Regia di Michael Winterbottom vedi scheda film
Non è facile avere un "serial killer" come protagonista/narratore. Esempi memorabili come American Psycho(pessimo film, ottimo libro) o Dexter(meravigliosi sia la serie che il telefilm) dimostrano come possa essere un eccellente opportunità di creare sia uno "specchio" in cui fissare l'immagine delle mostruosità di una determinata società(in American Psycho il nostro killer massacra alegramente barboni e prostitute mentre procede lindo, pulito e "perbenista" nella società degli yuppie di Wall street) o per creare un altrettanto disturbante specchio dei lati oscuri dell'umanità e della società(Dexter fa risaltare molte delle inumane follie che lo circondano proprio grazie al suo punto di vista "non del tutto umano"). Ma nel film di Winterbottom, purtroppo per noi, non capita nessuna delle due cose. Dopo aver scelto un buon libro di partenza, in cui in effetti le sopracitate alternative si verificano entrambe, ed aver selezionato anche l'interprete giusto(il bravissimo Casey Affleck, che-fortuna per noi-ha avuto opportunità migliori in "Gone Baby gone" e "L'assassinio di Jesse James..."), senza apparente valido motivo, il regista dimentica qualunque forma di "specchio"e metafora, per mostarci- con inesorabile e desolante vacuità le peripezie del suo sociopatico protagonista come fossero una sequela di orrori senza scopo e senza senso, facendoci ogni tanto inorridire(la fine della fidanzata), ma più spesso disturbando a morte a causa di quel senso di "distaccata narrazione" che percepiamo. Per finire, spreca in pieno la grande opportunità di mettere in scena una delle più disturanti ma credibili love story "in nero" degli ultimi tempi.
Bravi, comunque, sia Affleck che la splendida Alba.
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