Regia di Michael Winterbottom vedi scheda film
Ricordo la lettura de "L'assassino che è in me" di Jim Thompson come un' esperienza a tratti destabilizzante. Una prosa asciutta, immediata, violenta e disturbante. Il parto di un narratore geniale avanti sui tempi e legato a doppio filo con il mondo della settima arte (sue, tanto per citarne un paio, le sceneggiature di "Rapina a mano armata" e "Getaway"). Ebbene, "The killer inside me" di Michael Winterbottom, non si avvicina nemmeno lontanamente a quello che potrebbe o dovrebbe essere un adattamento cinematografico all'altezza dello scritto di partenza. Della mente malata di Lou Ford, nel film del regista inglese, rimangono solo le depravazioni sessuali ed un paio di smorfie di repertorio. Un po' poco se si pensa a quanto il romanzo di Thompson - già negli anni '50 - scavasse a fondo nei meandri di una mente contorta e profondamente sociopatica. L'orrore della follia così perfettamente descritto su quelle pagine viene qui messo in scena tramite squallidi artifici narrativi quali un' ingombrante voce narrante ed un paio di esplosioni di violenza che però risultano più fini a sé stesse che allo sviluppo dell'opera. Un film sbagliato, un adattamento che fraintende la propria fonte d'ispirazione banalizzandola e mercificandone i lati meno interessanti puntando più sul fattore voyeuristico che sui contenuti. E' così che le gesta di questo sceriffo texano dalla personalità instabile appaiono poco organiche, a tratti confuse, penalizzate a maggior ragione da un montaggio decisamente non all'altezza. Altrove, lo sfoggio di sculacciate ai danni di belle donne come Jessica Alba e Kate Hudson, sarebbe potuto sembrare trasgressivo ma davanti alla camera di Winterbottom, tutto appare pretestuoso. Un difetto insormontabile se si pensa poi che Casey Affleck, nei panni del protagonista, è un esempio di miscasting talmente evidente dal conferire all' insieme un retrogusto di ridicolaggine che affossa definitivamente la pellicola senza possibilità di ripresa. Un'occasione mancata in tutto e per tutto, da dimenticare per rispetto a cotanto autore.
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