Regia di Rafi Pitts vedi scheda film
«Western neorealista» dice Rafi Pitts del film che si è trovato non solo a scrivere e dirigere ma pure a interpretare, quando l’attore incaricato si è dimostrato del tutto inaffidabile. La definizione, per quanto paradossale, calza come un guanto a un’opera anomala, inizialmente in linea con le consuetudini del cinema iraniano e poi trasformata in un lungo inseguimento e in un apologo sulla feralità umana degni di William Friedkin. Protagonista è Alì Alavi, ex carcerato che lavora la notte e vede troppo poco la moglie e la figlia. Soprattutto perché queste gli sono presto sottratte da tragici eventi, scatenando in lui una follia omicida rivolta contro la polizia. In una Tehran attraversata da strisce d’asfalto dove si vive e si muore come a Los Angeles, ha luogo una disperata fuga prima in auto e poi a piedi, in una foresta brumosa in cui perdere la strada di casa e ogni bussola morale. Si parte dalla questione sociale del difficile reinserimento di un ex galeotto e si finisce in un gioco al massacro a tre, fra uomini capacissimi di uccidere. Alì, novello Travis Bickle, si è macchiato di non si sa quale crimine e cova in sé un impulso di morte che sfoga nella caccia, prima agli animali e poi all’uomo. Mentre i vincoli della civiltà si sfaldano nel bosco, si insinua il dubbio che la figlia non sia nemmeno sua. Beffe del destino che accompagnano così la caduta a fil di piombo nel baratro, mentre l’accorto uso degli ambienti, urbani e naturali, immerge il racconto in un’atmosfera astratta e ieratica confermando il regista, emigrato in Inghilterra, come un talento decisamente eclettico sulla scena internazionale e piuttosto inviso al regime iraniano (infatti, anche se il film è stato girato a Tehran, è improbabile che esca in patria). Peccato solo che la recitazione dei comprimari e la scrittura dei dialoghi non siano al livello della regia, e in questo senso il doppiaggio non aiuta. Opera d’autore capace di dialogare con il genere, The Hunter. Il cacciatore è stato presentato fuori concorso allo scorso Torino Film Festival e arriva ora nelle nostre sale per la Fandango di Procacci. È la prima volta in Italia di un film di Rafi Pitts, anche per Tv e in home video, auspichiamo sia occasione per recuperare.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta