Regia di Rafi Pitts vedi scheda film
Maledetto sia il cinema americano, che ormai fa talmente schifo da costringere il cinefilo a rivolgersi altrove per una boccata di aria fresca. Poi però si incappa in questo the hunter che le voci di corridoio dicono sia tanto bello e che senza pensarci due volte ti ruba un paio d’ore di vita in cui si sarebbe potuto fare tutt’altro. Fondamentalmente una rottura di coioni che perdura dall’inizio alla fine, senza che ci sia un solo momento che abbia senso. E se nella prima parte per continuare la visione si cerca di inventare un senso recondito, invece del tutto assente, nella seconda si perde totalmente la bussola e i fatti si susseguono senza che lo spettatore ne sia messo a conoscenza.
Si può intuire una vendetta, l’uomo ridotto a macchina di morte perché gli è stato tolto il bene più caro, una famiglia che rappresenta la redenzione. Sì, si può intuire…. Ma sarebbe bello che il cinema, anche quando proviene da zone disagiate, riuscisse a raccontare delle storie invece che presentare una galleria di personaggi monocorde.
E il finale è quanto di più brutto si sia mai visto, quindi qualcuno griderà al capolavoro.
Insomma state lontani da the Hunter a meno che non siate insoddisfatti del diametro dei vostri testicoli e non vogliate aumentarli in maniera esponenziale!
Di certo cinema non si sente proprio la mancanza.
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