Regia di Alessandro Aronadio vedi scheda film
Matteo è single, lavora in un vivaio, frequenta con l’amico Sandro il pub dove lavora la bella Sonia. E una sera tampona l’auto di due poliziotti in borghese, decisi a vendicare il pur involontario urto a suon di botte. Come proseguirà la sua vita? E come sarebbe proseguita se fosse riuscito a frenare?
Alessandro Aronadio ha 35 anni e una serie di cortometraggi alle spalle: esordisce così nel lungometraggio, con questo Due vite per caso, classico esempio di opera giovanile ambiziosa e densa di argomenti e sensazioni. Se l’impianto di base è quello fin troppo abusato del “come sarebbe stato se…”, dello sdoppiare la storia, insomma, prendendo come snodo un evento saliente nel suo alternativo verificarsi o meno, ecco però che non mancano in questo film interessanti spunti di riflessione esistenziale e una morale agrodolce che non si può non apprezzare (e accettare). Soprattutto colpisce della costruzione narrativa – nella sceneggiatura dello stesso Aronadio e di Marco Bosonetto – il suo prepotente realismo, ben superiore agli standard cinematografici contemporanei del Belpaese; evidenti sono poi i richiami ai fatti del luglio del 2001, ai pestaggi del G8 genovese, per quanto non esplicitati. Interpreti all’altezza: Isabella Ragonese, Lorenzo Balducci, Ivan Franek, Rocco Papaleo, Teco Celio, Monica Scattini, Ivano De Matteo e Sarah Felberbaum sono i principali nomi in scena; compare anche, in un cameo autoreferenziale, Tatti Sanguineti. Fra i produttori c’è anche Anna Falchi. 6/10.
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