Regia di Alessandro Aronadio vedi scheda film
Come spesso capita agli esordienti, perdipiù cinefili, la carne al fuoco gettata nel pentolone del debutto cuoce troppo o troppo poco, attorcigliandosi o rilasciando sangue. Nella sua opera prima Alessandro Aronadio (già aiuto di Roberta Torre per Sud Side Stori e di Tornatore per Malèna) infila il mitico Gianluca (il locale che fa da collante alle varie storie si chiama Aspettando Godard, che è stato altresì il titolo di lavorazione) e il grande Truffaut (omaggiato con la sequenza finale di I 400 colpi commentata dal critico/se stesso Tatti Sanguineti), s’ispira liberamente al racconto Morte di un diciottenne perplesso di Marco Bosonetto (che firma il copione assieme al regista) e ri-costruisce una serie di percorsi del protagonista Matteo, giovane carico di rabbia in cerca di un’identità e del senso della vita. E dunque: cosa accadrebbe se, in una banale sera piovosa in cui il tuo amico si è tagliato un dito, tamponassi un’auto della polizia? Oppure: che piega prenderebbero le tue giornate se quella macchina frenasse un istante prima di impattare? E se decidessi di fare il carabiniere, magari trovandoti, in un altro giorno qualsiasi, davanti alla vita a sua volta decisa dal destino “plagiato” da scelte alternative? Materia che scotta, insomma, girata benino ma che si perde, indecisa essa stessa che strada intraprendere. Produce Anna Falchi (che si autocita in un momento di Ballando con le stelle!) e titoli di coda da attendere con (s)fiducia.
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