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Due vite per caso

Regia di Alessandro Aronadio vedi scheda film

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La recensione su Due vite per caso

di barabbovich
6 stelle

In una notte di pioggia a Roma Matteo (Balducci), che sta accompagnando all'ospedale l'amico Sandro (Cicogna), tampona l'auto di due poliziotti in borghese, i quali reagiscono con un pestaggio. Scattano denuncia e controdenuncia e Matteo non riesce a sedare la rabbia per l'accaduto. Anzi no. L'auto si ferma a pochi centimetri da quella dei due poliziotti, la vita di Matteo prende un altro corso e le frustrazioni per lo scarso guadagno presso il vivaio dove lavora lo inducono ad accettare la chiamata dei Carabinieri. In caserma Matteo scoprirà un mondo fatto di omologazione, infimo profilo culturale e nonnismo.
L'esordiente 35enne Alessandro Aronadio, che ha tratto il film dal libro "Morte di un diciottenne perplesso" di Marco Bosonetto assemblandolo con i fatti del G8 di Genova, ricorre a un espediente narrativo pirandelliano, non nuovo ma sempre piuttosto efficace (lo si ritrova in Ironia della sorte, 1973, di Eduard Molinaro; Destino cieco - Il caso, 1981, di Krzysztof Kieslowski; Smoking, 1994, di Alain Resnais e Sliding doors, 1998, di Peter Howitt). L'ex aiuto regista di Roberta Torre e Peppuccio Tornatore tiene un buon ritmo, dirige con mano sicura e senso della ripresa, compie un deciso atto d'accusa verso Polizia e Carabinieri, ma si fa prendere eccessivamente la mano dalla foga cinefila, infilando nel film citazioni gratuite (da Truffaut a Monicelli) e perde lucidità narrativa a causa di qualche problema in fase di montaggio.

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