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Amphetamine

Regia di Scud vedi scheda film

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La recensione su Amphetamine

di OGM
8 stelle

Il personaggio principale, Kafka Tam, è ispirato a Kafka Tamura, protagonista del romanzo fantastico Umibe no Kafuka (Kafka sulla spiaggia) scritto nel 2002 dal giapponese Haruki Murakami. Il libro, che è esplicitamente citato nel film, racconta, a dire il vero, una storia diversa; ciononostante, il regista ne riprende gli aspetti narrativi salienti,  come  la compenetrazione tra realtà e sogno, l'ambiguità sessuale e l'omosessualità, la religiosità shintoista/taoista e la struttura della trama, che, tra flashback e anticipazioni, confonde passato, presente e futuro in un intreccio di cui solo alla fine si riesce a venire a capo. Il film, che è la terza opera scritta e diretta da Scud (al secolo Wan Cheung Lau) ed è la prima ad essere distribuita in Occidente (essendo stata proiettata, in anteprima mondiale, all'ultimo Festival di Berlino), è caratterizzata da un erotismo esplicito, eppure troppo scultoreo e soffuso per risultare veramente carnale. Il contatto fisico, che, benché ravvicinato ed intimo, pare sempre  incompleto, fa pensare, più che altro, ad un tentato incontro tra anime, che si protendono disperatamente l'una verso l'altra, mentre l'ingombrante estensione dei corpi impedisce loro di toccarsi. I mondi a cui appartengono Kafka, giovane "politraumatizzato" degli affetti e dedito alle anfetamine, e Daniel, rampante manager cresciuto in Australia, sono due singole metà che continuano a cercarsi, pur sapendo di essere troppo diverse per  poter formare un intero. L'immagine che domina il loro sincero, eppure difficile rapporto sentimentale è quella di un ponte in costruzione, formato da due lunghi tronconi separati da un divario relativamente stretto, eppure apparentemente impossibile da colmare. Mancano pochi metri per congiungere le due parti, però la costruzione non avanza, e le gru rimangono inerti, sui due lati, come per guardarsi in faccia, mentre uno spaventoso abisso le separa. Entrambi gli uomini sono in fuga dalle loro rispettive origini, come le due strisce d'asfalto che partono dalle opposte rive del fiume: Kafka, da un contesto familiare malato e dal ricordo di una brutale aggressione subita,  e Daniel da una storia di arrivismo borghese che non lascia spazio alla libertà dell'istinto. Tutti e due ignorano, per diversi motivi, l'autentico significato dell'amore, che vorrebbero scoprire insieme, imparando il piacere di toccarsi e l'inedita, indescrivibile sensazione di avere, in maniera irrazionale ed assoluta, bisogno dell'altro. Le loro solitudini, sino ad allora, avevano cercato una compensazione nella droga: nelle sostanze chimiche Kafka, nel carrierismo spinto Daniel. Adesso si offre loro l'occasione di sperimentare un nuovo modo di sognare, di volare insieme, come efficacemente rappresentato nella scena del loro bungee jumping di coppia dal famoso ponte "spezzato".  L'illusione di poter percorrere la stessa strada nella fantasia che sovrasta la quotidianità e, per un attimo, sembra addirittura potersi sottrarre al destino, è, però, di breve durata. Il connubio di cuori si rivelerà formato, in realtà, dal temporaneo incrocio di due solitarie nevrosi, la prima indirizzata verso le vertiginose ed oniriche beatitudini del Cielo, la seconda pesantemente ancorata ad una Terra messa in subbuglio dalla crisi materiale, e attraversata da una disumana frenesia. Amphetamine è un originale tentativo di tradurre in arte il disagio di una società – quella di Hong Kong - che, soprattutto nelle generazioni più giovani, è ancora indecisa sulla propria identità culturale: un'inquietudine che Scud riproduce in quella scossa elettrica che infrange l'estetica visionaria del film, disperdendola ora in frantumi di disincanto, ora in schegge di allucinazione.

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