Regia di Wang Quanan vedi scheda film
Nel 1949, con la riduzione della Repubblica di Cina alla sola isola di Taiwan e la conseguente creazione della Repubblica Popolare Cinese nel vasto territorio continentale, molti degli uomini facenti parte delle truppe della vecchia Repubblica si trovarono di colpo impossibilitati a rientrare in una nazione ora nemica, e dovettero abbandonare in tal modo famiglie ed affetti costruiti nel paese natio per restare sull'isola.
Proprio questo e’ successo ai coniugi protagonisti di questo delicato film, che dopo cinquanta lunghi anni hanno modo di rincontrarsi nella livida metropoli di Shanghai per riabbracciarsi: ma il marito che fa ritorno e' in realta' il vedovo della sua seconda moglie conosciuta a Taiwan, mentre la prima consorte, all’epoca incinta del suo primogenito, vive ancora oggi nella immensa metropoli cinese col marito anziano e altre tre figlie avute in seconde nozze. L’accoglienza e’ subito piuttosto calorosa, accompagnata da un pranzo eccezionale, da ricordi della beata seppur non facile giovinezza, che vissuta nella memoria attenua le crudezze della vita di allora e mantiene inalterato e forse accentua sconsideratamente l’aspetto piu’ poetico e idilliaco del primo amore, frutto di una passione ed una intesa che nonostante i decenni trascorsi non sembra per nulla sopita.
Insomma in poco tempo i due vechietti maturano la convinzione di tornare a vivere assieme una tardiva seconda esperienza in comune; la cosa buffa ed inconsueta e’ che il pacato e saggio secondo marito della donna acconsente, intenerito da quel sentimento genuino sopraffatto da eventi di stato indipendenti dalle singole volonta’.
Avra’ inizio in tal modo una tragicomica odissea che vedra’ i tre anziani, ostacolati dalla diffidenza di tutti e quattro i figli, impegnati a spianare la via di quel loro progetto cosi’ bizzarro, sopraffatti da un sistema burocratico farraginoso non dissimile a quello di tante amministrazioni di stampo occidentale, in base al quale i due sposi dovranno necessariamente divorziare prima di poter riaffrontare ufficialmente il percorso della loro prima unione.
Essendo stato il secondo matrimonio celebrato in periodo di guerra e senza documenti ufficiali, gli attuali sposi dovranno dunque prima risposarsi ufficialmente per poter divorziare subito dopo.
In questo caso per fortuna sara’ la ragionevolezza ad avere la meglio, e al primo marito non restera’ che far ritorno malinconicamente alla solitudine della sua esistenza di vedovo, affrancato tuttavia dalla consapevolezza che la prima donna che ha amato lo ha tutt’ora nel cuore dopo oltre cinquant’anni di separazione. Un addio straziante nel porto di Shangai dividera’ (per sempre?) i due sfortunati coniugi.
Film tenero, talvolta toccante quanto la mdp incede sui volti emozionati dei tre anziani protagonisti, in grado di intrecciare tra loro una inconsueta complicita’ che va oltre gelosie e rancori passionali. La potenza della saggezza tardiva suggerita dall’eta’matura, dalla vita che affina le emozioni e spesso sa andare oltre le prese di posizione che maturano con l’istinto di una passione mossa da istinti primordiali incontenibili - cavalli di battaglia di una spesso stolta giovinezza che non lascia spazio alla ragione in nome dei sensi e di emozioni troppo di frequente ingovernabili - sono una degna e coraggiosa lezione di vita per le nuove e piu’ fortunate generazioni.
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