Regia di Teinosuke Kinugasa vedi scheda film
Kurutta ippeiji (che significa Una pagina pazza), film muto, ha una trama pressoché irraccontabile. A grandi linee, si potrebbe dire che un tizio, forse un marinaio, accetta di fare lo sguattero in un manicomio, dove sono ricoverate la moglie e la figlia, per poter stare loro vicino e magari portarle via.
Il film procede per associazioni d'idee di stampo surrealista e per ricordi che si susseguono sullo schermo, cercando di fornire allo spettatore, più che uno sguardo oggettivo sulla materia narrata, il punto di vista dei folli rinchiusi in manicomio, costretti a una vita squallida di privazioni morali e materiali e talvolta di violenza. Sotto questa seconda angolazione, anche per l'impostazione figurativa, il film perduto (fu ritrovato dal regista in una sua soffitta soltanto nel 1971) di Kinugasa è avvicinabile, più che ai film surrealisti, ai capolavori dell'espressionismo tedesco, come testimoniano alcune inquadrature fatte di forti contrasti tra luce ed ombra. Il risultato è straniante, ma al tempo stesso affascinante. Alla sceneggiatura collaborò Yasunari Kawabata (morto suicida nel 1972), Premio Nobel per la letteratura nel 1968. (31 gennaio 2007)
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