Regia di Antonio Racioppi vedi scheda film
che tristezza. va bene fare film alimentari ma questo è particolarmente deprimente: Francesca Romana Coluzzi, Marisa Merlini, Ninetto Davoli, Giuliano Gemma, tutti al loro minimo storico. A parte che, fosse ancora vivo il briccone Racioppi (in questo caso triplo colpevole, in quanto regista, soggettista e sceneggiatore) gli avrei chiesto cosa si fosse rollato nell'immaginare, oltre a Giuliano Gemma roscio burino di campagna, doppiato da sè medesimo, una Marisa Merlini già âgée, in versione prostituta bionda al Gianicolo. La logica in effetti non cè: basta buttare in una scalcagnata storia un pò di attori e caratteristi tanto da far incuriosire il passante davanti alla locandina del film.
Dicevamo, Giuliano Gemma non ha vis comica, Barbara Bach ok, è molto bella, ma è la quintessenza del legno. Marisa Merlini è bravissima come al solito ma sprecata in ogni sua posa (e quanta monnezza ha fatto in vita sua mannaggia...). Sul livello delle battute del film andiamo molto male sebbene, devo dirlo, non siamo al fondo del barile come ad esempio nei Pierini apocrifi o roba simile (3-4 volte ho addirittura riso). Il problema di questo sottobosco settantiano di operette copiaeincolla di lavori più conosciuti è la totale mancanza di idee, di spunti originali, di voglia di girare al minimo livello di decenza. Poi, come in tutte le cose, qualche spunto interessante, nella melma generale,si può anche trovare: il giovinotto fidanzato della Bach che predica la rivoluzione proletaria ma guai a sfiorargli il coupé, è molto attuale anche oggi. In definitiva, una porcheria. Voto 3.
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