Regia di Fritz Lang vedi scheda film
Verso la fine della guerra un fisico americano viene messo in contatto prima con una collega ungherese rifugiata in Svizzera e poi, dopo l’uccisione di questa, con un altro collega italiano per scoprire a che punto sono le ricerche degli scienziati tedeschi sulla bomba atomica. Ultimo film di propaganda antinazista diretto da Lang, ormai fuori tempo massimo. In realtà il finale voluto dal regista condannava in modo equanime le armi nucleari, e quindi era attuale anche nel 1946, ma proprio perciò venne censurato dalla produzione; di questo aspetto resta solo la tirata iniziale di Gary Cooper contro le spese militari, che sottraggono fondi alle ricerche mediche. Funziona bene la parte ambientata in Svizzera, che è un puro thriller spionistico; meno riuscita quella in Italia, che si perde nella banale storia sentimentale fra Cooper e la Palmer (più sfumata, per fare un confronto omogeneo, quella fra Pidgeon e la Bennett in Duello mortale); a parte questo, i nostri godono di un’eccessiva libertà di movimento in territorio nemico e lo scienziato è inverosimilmente abile nel maneggiare la pistola. Molto da eccepire sul doppiaggio, spesso fuori sincrono e contenente perle quali “fisica nucleolare” e “macchinazioni antisemite e antinegre”; per non parlare della traduzione del titolo, che nell’originale significa “mantello e pugnale” (equivalente al nostro “cappa e spada”).
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