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Maschere e pugnali

Regia di Fritz Lang vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Maschere e pugnali

di axe
6 stelle

Ultima fase della Seconda Guerra Mondiale. Avendo la certezza che i nazisti stiano conducendo ricerche sulle armi nucleari, il servizio segreto statunitense recluta ed invia in Europa un noto scienziato, Alvah Jasper, al fine di prendere contatto con ricercatori costretti a lavorare per i tedeschi. Grazie alla conoscenza della materia ed alla sua influenza, Alvah dovrebbe appurare quali progressi hanno fatto questi scienziati e convincerli, se possibile, a cambiare bandiera. Una prima esperienza in Svizzera si conclude negativamente; dunque, Alvah si reca in Italia, per rintracciare il professor Polda, la miglior mente del programma di ricerca tedesco. L'anziano scienziato è sotto stretta sorveglianza, ed inoltre, nonostante in passato si sia schierato contro il fascismo, sembra ben deciso a collaborare con i nazisti. "Maschere E Pugnali", titolo che prende nome da una specifica attività del servizio segreto, è un film di spionaggio diretto da Fritz Lang. Unisce agli elementi tipici del genere una sottotrama sentimentale, e non manca d'esprimere una critica circa l'uso dell'arma atomica. Partendo da quest'ultimo punto, rileviamo come diversi personaggi - il protagonista, il Dottor Polda - a più riprese affermino con forza che l'energia nucleare deve essere utilizzata per il progresso civile e morale delle nazioni, non per divenire strumento di morte. Alvah rileva come gli studi in merito abbiano costi stratosferici e si chiede, qualora i fondi fossero stati dirottati in passato per tale scopo, quale sorte sarebbe toccata ad attività di ricerca volta a contrastare il cancro ed altre malattie. Nessuno tra gli scienziati che appaiono nel film collabora volontariamente con i nazisti. I loro cervelli sono messi all'opera tramite ricatti, violenze morali cui gli studiosi non sono in grado di opporsi. La trama lascia intendere che costoro presterebbero più volentieri opera per gli statunitensi. Ma, senza troppo entusiasmo. La trama non brilla per verosimiglianza. Gli elementi della spy-story ci sono tutti; un background bellico, azione in un territorio neutrale brulicante di spie e poi in territorio nemico, operazione sotto copertura. Tuttavia, nulla è realistico. Il protagonista da uomo di scienza molto rapidamente diventa agente segreto; l'ambientazione italiana è non ben definita; i luminari oggetto della ricerca, benchè ben sorvegliati, hanno una relativa libertà, in particolare il professor Polda, il quale vive in una magione da letterato più che in una, più plausibile, casa-laboratorio. Le reazioni nemiche sono inverosimili; Alvah trova sulla sua strada in Italia un avversario conosciuto in Svizzera, il quale agisce in maniera pericolosamente superba, pagandone le conseguenze. Nella seconda parte del film prende il via l'intreccio sentimentale. Alvah conosce la partigiana Gina, la quale lo nasconde nel suo piccolo appartamento in attesa di poter portare a termine l'ultima parte della missione. I due fanno conoscenza; la donna esprime il dolore per la guerra e le sue conseguenze, la povertà, la perdita di persone care e della vita che conduceva in precedenza. Esprime solitudine e, nonostante i modi inizialmente non gentili, bisogno d'affetto. L'epilogo li vede sopravvivere, grazie al sacrificio di altri, ad un cruento scontro a fuoco contro i tedeschi. La missione riesce, Alvah parte, a malincuore, e promette che tornerà. Lo scienziato è interpretato da Gary Cooper, a suo agio (fin troppo) nei panni dell'agente segreto; empatico, ironico, deciso. Non resiste al suo fascino la resistente Gina (Lilli Palmer), la quale mette da parte tristezza e disillusione, vivendo una breve storia d'amore con lo scienziato statunitense, la quale si conclude con una promessa di ritorno, a guerra conclusa. Vari sono i contesti mostrati; da un rassicurante laboratorio statunitense, ad una fredda località montana in Svizzera, luogo di intrighi e crocevia di spie, passando per "sfumate" ambientazioni italiane. Il ritmo è sostenuto nella prima parte, meno nella seconda, in coincidenza con l'ingresso della tematica sentimentale. Ho appreso che il film ha subito tagli in prossimità dell'epilogo, meno incisivo rispetto quanto previsto dal regista, il quale avrebbe affrontato anche il tema dei lager. Ho visto con piacere "Maschere E Pugnali", ho apprezzato il messaggio, che immagino attuale in rapporto all'epoca della realizzazione - l'inizio della Guerra Fredda - riguardante l'uso dell'energia atomica, nonchè le interpretazioni; meno l'intreccio e la messa in scena, causa mancanza di realismo. Ma credo che una rigorosa verosimiglianza non fosse nelle corde dell'autore.

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