Regia di Jared Hess vedi scheda film
Molti grandi autori tendono a ripetersi, Jared Hess e l’inseparabile cosceneggiatrice e moglie Jerusha sono però vicini a quel che gli americani chiamano “one trick pony”, ossia chi possiede non tanto una poetica e uno stile, quanto piuttosto una trovata formale e narrativa. Con peculiare tocco inseriscono nelle vicende improbabili di personaggi borderline ma di un qualche talento - qui il giovane scrittore di una delirante saga fantascientifica che viene plagiato da un autore relativamente affermato - passaggi dall’umorismo bassissimo, quasi a esorcizzare lo spirito altrimenti fiabesco del racconto o più semplicemente la crisi di idee. L’impasto è il medesimo dai tempi di Napoleon Dynamite, cui sono seguiti Supernacho e questo Gentlemen Broncos, meno episodici nella trama e diversi nell’ambientazione ma pressoché identici nella messa in scena. A partire dai titoli di testa un po’ à la Wes Anderson, per procedere con una realizzazione innamorata del cinema amatoriale, vagamente vicina a Gondry ma più grottesca. Sono a loro modo geniali diverse sequenze del film nel film con Sam Rockwell, ma il tutto funziona a scatti e si ricorda soprattutto per la ripresa di un brano del 1969, In the Year 2525 del duo Zager and Evans.
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