Regia di Masaki Kobayashi vedi scheda film
Quattro episodi sul tema "fantasmi giapponesi" con protagonisti samurai, taglialegna, militari e altro. Molto discontinuo narrativamente ma altrettanto suggestivo visivamente con location che alternano paesaggi reali (pochi) con ricostruzioni scenografiche in studio (quasi tutto) e uno strabiliante uso del colore. Un set sembrerebbe omaggiare l'analogo realizzato da Salvator Dalì per IO TI SALVERÒ di Alfred Hitchcock. Ispirerà molto cinema futuro, sia per le immagini (in SOGNI di Akira Kurosawa e Ishiro Honda) che per le trame (LA DONNA DELLA NEVE, episodio migliore e capolavoro).
Non tutti gli episodi sono all'altezza della sua fama, comunque. Pecca, probabilmente, di lungaggini che appesantiscono la visione totale (soprattutto nell'ultimo episodio, che pare un po' irrisolto). Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes nel 1965 e una candidatura per la categoria "Miglior Film Straniero" ai Premi Oscar del 1966. Gli episodi che compongono il film sono adattamenti di quattro storie del libro "Kwaidan- Storie e studi di cose strane" (che ne contiene molte di più) dove il giornalista e scrittore greco irlandese Patrick Lafcadio Hearn ha raccolto (come avevano fatto precedentemente i fratelli Grimm per le storie dell'Europa Centrale e come farà in futuro Italo Calvino per quelle italiane), all'inizio del 1900, alcuni racconti di fantasmi giapponesi (in quel periodo si era stabilito in Giappone e aveva preso lo pseudonimo Koizumi Yakumo) e uno studio sugli insetti. Per come lo si consideri artisticamente rimane, comunque, un'opera fondamentale nella Storia del Cinema del periodo.
Recensione scritta da Davide Lingua, Dizionario del Turismo Cinematografico, Verolengo, Wikipedia.
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