Regia di Lisa Cholodenko vedi scheda film
I ragazzi, tutto sommato, stanno bene. Sì, anche nel film di una regista tendenzialmente anticonformista come Lisa Chodolenko che, nonostante metta in scena le gesta di una famiglia sui generis con due madri gay a guidare il branco, riesce ad essere più rassicurante di tante altre pellicole similari. E' proprio su questo punto che risiedono pregi e difetti del suo film più importante: una certa orginalità di facciata per contenuti universali ed evergreen come l'instabilità degli affetti ed i precari equilibri dei rapporti fra genitori e figli. Lasciate perdere la disinibizione sessuale, la colonna sonora indie e la (salutare) aria progressista che si respira un po' dappertutto, questi sono solo un intelligente mezzo utilizzato dalla regista per parlare di sentimenti in una maniera meno convenzionale possibile. La formula funziona perché alle vicende di questo nucleo familiare ci si appassiona quasi subito ed è con curiosità crescente che si segue la ricerca di un fantomatico padre biologico da parte dei giovani pargoli, per non parlare poi del suo successivo e destabilizzante coinvolgimento nella routine dell'intera carovana. In "The kids are all right" si ride e ci si commuove ma soprattutto si riflette, smossi visivamente da una pellicola che non ha paura di mostrare e d'insinuarsi nelle pieghe più recondite di passioni, insicurezze, gioie e dolori tirando fuori uno spaccato di vita contemporanea magari un tantino prevedibile ma comunque godibile. Strepitoso il lavoro di tutti gli interpreti, dall'intensa coppia Moore- Bening alla sorprendente giovane leva formata da Mia Wasikowska e Josh Hutcherson passando per un Mark Ruffalo finalmente valorizzato per quello che è il suo ottimo potenziale costantemente in bilico fra dramma e commedia. Il suo cazzeggiatore sentimentale in cerca di legami è quello che alla fine esce peggio e probabilmente a ragione.
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