Regia di Gustave Kervern, Benoît Délepine vedi scheda film
Le immagini scorrono veloci,si intuisce una strada con a lato della vegetazione,i contorni si perdono e si confondono.La fotografia sgranata piano piano comincia a svelare lo scenario,gli oggetti acquistano la loro forma,le figure umane la loro fisionomia.La figura debordante di Depardieu(Serge) prende subito possesso del centro della scena.Una massa di carne e di capelli unti che cadono sulle sue spalle.Si porta a spasso con nonchalance una mezzena di maiale e una mano esperta si affretta a dissezionarla per farne un prosciutto in pochi secondi.La stanza di dissezione è colorata del bianco abbacinante delle pareti e del rosso rutilante della carne.Pochi dettagli per descrivere un lavoro destruente.Un mondo proletario come spento nelle sue ivendicazioni.Operai come automi.Serge è chiamato per la festa per la sua pensione:due funzionari della ditta dalla fisionomia non casualmente suina gli fanno i migliori auguri e gli consegnano i documenti,i colleghi mangiano patatine e ascoltano in silenzio.Gli regalano un puzzle con la foto del castello di Chambord.A casa la moglie gli fa notare che erano proprio dei grandi amici i suoi colleghi.Serge misura ad ampi passi la sua stanza da pranzo,va a fare la spesa,cerca inutilmente di aggiustare una porta.Ha tutto il tempo per razionalizzare la propria inadeguatezza al mondo che lo circonda.Mammuth è un film su un uomo che è al di fuori del proprio tempo,un residuato inconsapevole restato ad almeno tre decenni prima,.Che poi sono gli stessi anni '70 che deve andare a rivangare per trovare i documenti per la sua pensione.Ed ecco che il film da apologo sulla solitudine e sull'inadeguatezza diventa un bike road movie in cui Serge col suo giubbotto di pelle che a stento ne trattiene le forme a cavallo del suo destriero a due ruote(una Mammuth 1200) parte alla ricerca del suo passato lavorativo per riguardagnare del prezioso materiale cartaceo.La sua moto è un residuato come lui ma scintillante nelle sue cromature,lenta e rumorosa,anche lei inadeguata con i suoi tre decenni abbondanti sul groppone.Ma bellissima col suo fascino retrò.Esemplificativa una sequenza in cui Serge e la sua moto sono sorpassati prima da un camion e poi da una moto,una di quelle moderne, che va a velocità supersonica.E la sua ricerca non sarà sempre facile.La cosa che colpisce di più del nuovo film degli autori del film anarco/insurrezionalista dell'anno scorso quel Louise Michel che aveva fatto voltare il capo a molti tra critica e pubblico è che non assomiglia a nessun altro film.Neanche al film precedente ora nominato.Certo lo stile (finto)sgrammaticato è lo stesso così come la fotografia sgranata ma i contenuti sono decisamente diversi.Più arrabbiato ed eversivo il primo film,più riconciliato e tranquillo questo che in fondo è il racconto di una grande storia d'amore di un uomo e una donna reali con difetti fisici conclamati che urlano a squarciagola la propria mediocrità al mondo intero.E urlano anche la loro diversità.Pur non lesinando particolari sgradevoli(compresa una citazione da Novecento di Bertolucci,però senza corpi femminili) c'è una ricerca meno accentuata che nel loro esordio del grottesco a tutti i costi,non si rincorre così spudoratamente la poetica dell'eccesso.Anzi si misurano le parole soprattutto nella seconda parte,si lascia spazio ai sentimenti e alle sensazioni.Il tocco è sempre surreale,i personaggi che Serge incontra sono comunque sempre ai margini,un po'come lui,come la nipote anche lei totalmente avulsa dalla realtà o il fratello.Compresa la finta paralitica che gli frega cellulare e soldi.In più c'è il fantasma insanguinato di un suo vecchio amore perito in un incidente che ogni tanto gli appare quasi a guidarlo.De Kervern e Delepin sono autori da tenere d'occhio che hanno già raggiunto una loro cifra stilistica originale col loro modo di girare finto amatoriale e il loro modo sbilenco di raccontare le vicende.Serge parte con una Mammuth e ritorna a casa dal suo amore con un motorino che quasi scompare sotto la sua mole.E quando vediamo che durante la marcia allarga le braccia come per stringere a sè tutto il vento che gli va incontro quasi ti aspetti che un TIR se lo porti via spiaccicato sul parabrezza...
hanno già una loro cifra stilistica.E di questi tempi non è poco
hanno già una loro cifra stilistica.E di questi tempi non è poco
eccessivo ....come la sua stazza
fantasma con lifting
attrice eccezionale
personaggio infantile e grottesco
la ladra finta paralitica
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