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Plein sud. Andando a Sud

Regia di Sébastien Lifshitz vedi scheda film

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La recensione su Plein sud. Andando a Sud

di supadany
7 stelle

Plein sud”, distribuito direttamente in home video in Italia dalla benemerita Atlantide (che fortunamente ha un occhio attento a film che altrimenti sarebbero ingiustamente introvabili e difficili quindi da ricordare come spesso si meritano), è un road movie più dell’anima che del fisico, che presenta connotati di libertà espressiva, propria del film e non solo dei suoi personaggi, che raramente si trovano espressi con uno spirito così incondizionatamente aperto.

Lea (Lea Seydoux) e suo fratello Mathieu (Theo Frilet) incontrano Sam (Yannick Renier) ed insieme si dirigono verso sud in automobile.

Mathieu s’innamora fin da subito di Sam e s’imbarca in un rapporto fatto di alti e bassi, mentre Lea trova un altro ragazzo con cui stare lungo la strada, ma durante il viaggio si presentano dei problemi, infatti Sam nasconde un segreto che lo tormenta da sempre e non gli permette di essere tranquillo.

 

 

Certamente non siamo dinnanzi al solito road movie, anche se il paesaggio è sempre in movimento come da regola di appartenenza a questa categoria filmica, infatti oltre ad una compagnia comunque particolare, ci sono cambi di prospettiva inusuali che si distaccano smaccatamente dal modo più convenzionale di fare cinema.

Infatti all’inizio la storia pare essere più focalizzata sul rapporto “fratello e sorella”, ma poi cambia prospettiva, procede in avanti ed indietro nel tempo, alterna momenti alti ad altri bassi, in un percorso che scardina dogmi e certezze con una discinta umoralità, sia nell’esposizione sia per quanto racconta.

E il finale aperto lascia rimuginare lungo, e oltre i titoli di coda, senza quindi finire precocemente nel dimenticatoio.

Buono il contributo del cast, Lea Seydoux era il nome più popolare e ha un’immagine trasgressiva spiazzante ed imprevedibile, ma anche i due ragazzi sono calzanti ai loro personaggi ed in scena riescono a lasciarsi andare.

Alla fine posso dire che non mi ha propriamente entusiasmato, ma certamente possiede un suo sguardo sul mondo molto interessante, una costruzione che si distanzia dalle consuetudini (questo soprattutto nel bene, ma a volte anche nel male), ed alcune scene molto belle sia quando si entra nel versante più intimo che in quello più problematico.

Libero da tutto e da tutti, a prescindere.

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