Regia di André De Toth vedi scheda film
Quel che non mi convince è la storia in se stessa. Riassumendola: un bravo scultore rifiuta la proposta del socio, che aveva investito nella sua opera sperando di guadagnarci, di incassare i soldi dell'assicurazione, mandando a fuoco le sue creazioni. Tramortito e lasciato in pasto alle fiamme, riesce a salvarsi, ma rimane orribilmente sfigurato. Per vendicarsi, anni dopo uccide il socio prima strozzandolo, poi mettendone in scena il finto suicidio impiccandolo nella tromba di un ascensore. Quindi lo trasforma in una statua di cera (e godo come un riccio). La sua vendetta non si ferma qui: ormai pazzo, trasforma in statua chiunque giudichi aver le physique du rôle. Per realizzare nuovamente il suo capolavoro perduto, Maria Antonietta, mette gli occhi su una ragazza (Phyllis Kirk), insospettita dalla somiglianza di una statua con la sua amica il cui cadavere fu trafugato dall'obitorio.
Risultato: viene ucciso, e tutti vissero felici e pazzi come prima.
Mi chiedo di cosa diavolo parli questa storia insulsa: c'è una vittima, e cioè lo scultore. Questo impazzisce, e invece di avere un occhio di riguardo per il suo stato - cosa a mio viso assai più interessante -, la storia lo trasforma nel bandito cui dare la caccia. C'è un che di stupido e soprattutto di sadico in storie del genere, che proprio mi infastidisce. Uno degli aiutanti dello scultore, preso dalla polizia, viene "fatto cantare" torturandolo psicologicamente: alcolizzato, gli viene messo davanti al naso un bicchiere di vino per farlo parlare! Mamma mia, che mondo alla rovescia! La vittima diventa doppiamente vittima, e quindi deve morire! Ma è la crudeltà reale, il mondo è fatto proprio così, gli stessi bastardi figli di puttana che creano i guai, sono anche quelli che si credono in diritto di "fare giustizia" senza vedere, dando origine al sadismo salvo accusare di sadismo coloro coi quali furono sadici secondo l'ordine delle cose.Può anche essere, ma ne dubito, che la storia volesse dire proprio questo: in ogni modo, mi sembra una ipotesi un pò azzardata.
Si salvano il grande Vincent Price, il cast (c'è anche un ancora sconosciuto Charles Buchinsky/Bronson) e la messinscena, comunque a volte costretta dal 3d in cui il film fu girato.
Simile posizione assurda la si ritrova nell'ugualmente mediocre "La maschera del demonio" (1960) di Mario Bava, film confuso sopravvalutatissimo.
La predica è finita, andate in pace... se la vostra coscienza ve lo permette!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta