Regia di Rocco Papaleo vedi scheda film
Quattro amici musicisti decidono di percorrere a piedi il tragitto tra Maratea e Scanzano Jonico, dove dovranno esibirsi in un festival. Al gruppo si aggiunge una giornalista in crisi d'identità e, per un tratto, una solare e disinvolta futura sposa di Tramutola ("dove ci sono le ragazze più belle della Basilicata"): la passeggiata diventa così un viaggio iniziatico di dieci giorni, dal Tirreno allo Jonio, tra i panorami selvatici di una regione poco conosciuta e gli inevitabili bilanci esistenziali (di una maturità fin troppo adolescenziale che scivola inesorabilmente verso la mezza età), prevedibile corollario di qualsiasi "quest" che si rispetti. Il lucano Rocco Papaleo, al debutto registico, omaggia la propria terra con un piacevole e scanzonato road-movie, elogio dell'amicizia, della contemplazione e della lentezza, confezionato in maniera elegante e raffinata (molto bella la fotografia di Fabio Olmi, figlio del ben più noto regista Ermanno) e che coinvolge piacevolmente, pur senza regalare particolari guizzi. Ovviamente non si tratta di un capolavoro: il film soffre del peccato originale, comune a molto cinema italiano più o meno "indipendente", di essere programmaticamente "carino" ma, nell'insieme, abbastanza inconsistente, di una leggerezza che, sebbene contagiosa, inevitabilmente resta sulla superficie e lascia ben poche tracce nell'anima dello spettatore, forse giusto la voglia di staccare la spina per qualche giorno dalla propria quotidianità e provare a rincorrere (a passo lento) sé stessi, magari sullo sfondo dei bei panorami di una regione che mai era stata omaggiato da un così patinato e funzionale megaspot pubblicitario (non manca nemmeno la citazione di uno dei simboli lucani, il brigante/ribelle/indipendentista Carmine Crocco Donatelli, personaggio storico ben noto a tutti i cultori della "controstoria" risorgimentale). Buono il cast, tutti molto bravi: da Rocco Papaleo a Michela Andreozzi, da Paolo Briguglia a Claudia Potenza, fino a Giovanna Mezzogiorno e al non-attore Max Gazzè (sua è la splendida "Mentre dormi", sigla finale della pellicola) che, complice anche l'espediente di non farlo parlare per tutto il film, se la cava davvero bene con la mimica facciale. Simpatico ed autoironico (anche se probabilmente un po' fuori ruolo) Alessandro Gassman. In definitiva "Basilicata coast to coast" è un filmetto piacevole ed inconsistente o, se preferite, piacevolmente inconsistente, ma ben confezionato e convincente nel proporre un approccio "lento" alla vita che vada oltre i riti e i miti del consumismo imperante che ormai sembrano essere l'unico parametro per giudicare la qualità della nostra esistenza. Tre stelle effettive... la quarta è di simpatia.
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