Regia di Rocco Papaleo vedi scheda film
Non è che quel qualcosa che volevamo di più dalla vita è il lucano Rocco Papaleo?Chi avrebbe scommesso un centesimo bucato su questo suo esordio alla regia cinematografica in un film che parla addirittura di una regione sconosciuta ai più come la Basilicata?Eppure partendo da presupposti tuttaltro che incoraggianti il bravo attore(che non è solo attore ma davvero un artista poliedrico),raccolta attorno a sè una schiera di amici affiatati,diventa un efficace cantore delle bellezze della sua terra.E riesce a ottenere anche un inaspettato successo cinematografico legato soprattutto al passaparola.I detrattori magari diranno che questo film è solo uno spot di 100 minuti sulle bellezze della Basilicata.Certo ci troviamo di fronte a un imponente messaggio promozionale(almeno per lunghezza) ma qui si trova anche ben altro.Oltre a mostrare luoghi bellissimi,soprattutto panorami mozzafiato e natura selvaggia,il film di Papaleo racconta la slowness della sua regione,il suo essere fuori dal tempo e anche dalle rotte commerciali,soprattutto quelle illegali.In un rap divertente all'inizio dice che è schiacciata tra la Puglia e la Calabria e che non ha alcuna attrattiva per la delinquenza organizzata.Meglio così.Il canovaccio su cui viene imbastito il film è di trasparente esilità.I soliti quattro amici per lo più frustrati nelle ambizioni(uno muto per delusione amorosa,uno che è attorucolo per pubblicità dopo aver cercato di diventare una specie di divo,uno che si è arenato nei suoi studi di medicina,uno insegnante con velleità artistiche castrate dalle necessità) decidono di prendersi un time out dalle loro esistenze per partecipare a un festival musicale dall'altra parte della regione.E decidono,per ritrovare se stessi di andarci a piedi,dieci giorni che dovrebbero usare anche per affinare la loro intesa musicale.Quindi un road movie all'insegna della lentezza in cui quello che conta non è il percorso ma l'insieme delle soste(emozionante quella con l'omaggio a Levi e a Volontè),in cui ci si diverte e ci si conosce molto meglio di quello che ci si conosceva all'inizio.Accanto a loro registra tutto con crescente partecipazione una giornalista figlia di un politico importante.Tra incontri grotteschi e parentesi riflessive la loro meta perde progressivamente di consistenza.Diventa l'esatta rappresentazione di quello che tutti loro sono riusciti a combinare nella vita.Tanto vale allora intonare stornelli alla luna.
La valutazione che sento di dare a questo film è oltre l'effettivo valore dell'operazione.Diciamo subito che Papaleo non è un gran regista,Gazzè col suo mutismo alla fine pentito appare come una caricatura fuori tempo massimo di Harpo Marx e la Mezzogiorno sembra entrare in questo film come i cavoli a merenda.Ma almeno è un film vitale che a tratti è molto divertente,che ci fa scoprire una volta ancora la bravura di questo lucano che fino ad ora abbiamo conosciuto al cinema solo come caratterista di valore e che si rivela invece di bravura e simpatia notevoli,che ci fa scoprire un Alessandro Gassman che mai come in questo film ha cercato di calcare le orme del padre Vittorio.Un film che ci fa visitare anche borghi pittoreschi e altri dimenticati perchè svuotati dall'emigrazione,una sorta di rally per le campagne di una regione che da ora in poi guarderemo sicuramente con altri occhi.Ora che l'abbiamo conosciuta un pò meglio....
non una grande regia ma tanta verve
decisamente bravo
non c'entra molto ma almeno non le viene richiesta la specialità della casa:la scena madre
bel viso usato poco nel nostro cinema
artista a tutto tondo
l'Harpo Marx del 2000.Una caricatura
pochi minuti ma incisivi.
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