Regia di Rocco Papaleo vedi scheda film
Se Max Gazzè non avesse parlato nell'ultima, ultrapatetica scena del film, ci sarebbe potuta scappare pure la sufficienza. Perchè Basilicata coast to coast è un lavoro intelligente nonostante gli ampi limiti (la narrazione è piuttosto irregolare, intendendo con ciò una carenza di linearità e di raccordi logici nel racconto, e l'impostazione on the road della trama si può dire quantomeno abusata ormai); è una produzione tutta italiana, che dell'Italia parla e pertanto destinata all'Italia sola, frutto delle fatiche di un esordiente in regia: il disastro o la polpetta paratelevisiva sarebbero potuti essere gli esiti più probabili. E invece così non è: perchè Papaleo - nonostante abbondino le sequenze con camera a mano, che serve ad ogni modo ad ambientarci meglio nell'avventura dei protagonisti - se la cava bene dietro la macchina da presa ed i suoi interpreti (certo, lui compreso) vanno dal dignitoso di Gazzè (che ha comunque il ruolo più limitato della storia) ai bravi Gassman, Briguglia, Mezzogiorno. Curioso notare, in un'opera in cui la musica è al centro dell'attenzione, come Max Gazzè, di professione cantante, canti il suo unico pezzo solamente sui titoli di coda. Si diceva all'inizio del suo mutismo: cominciato per amore anni prima, termina proprio sul finale del film e sempre per la medesima ragione; questo si definisce non soltanto banalità, ma anche insulto all'intelligenza dello spettatore medio, soprattutto per un lavoro che fino a quel punto poteva avere qua e là traballato, ma si era mostrato sempre vivace, brillante e a tratti perfino profondo (la scena in cui Papaleo versa il vino in onore di Levi e Volontè, richiamo cinematografico peraltro di tutto rispetto). Peccato insomma per questo finale buonista ad ogni costo. Basilicata coast to coast è infine un film di negazioni: innanzitutto ci presenta la Basilicata come la regione che non è la Sicilia, non è la Puglia, non è la Campania e via dicendo; poi ci introduce nei piccoli mondi dei protagonisti facendo luce, piuttosto che su ciò che sono o hanno, su ciò che loro manca; il viaggio stesso è ovviamente una negazione, della logica della vita moderna (niente automobile, nè cellulare) come della routine e della vita quotidiana dei personaggi, che si ritrovano immersi nella natura della loro terra e catapultati nelle loro vite passate. Infine, la negazione della conclusione, messa in bocca a Rocco (Gassman): i quattro sono arrivati a destinazione senza aver capito nulla di chi sono, ma almeno ora sanno chi non sono. 5,5/10.
Quattro amici quarantenni lucani decidono di partecipare ad un concorso musicale per dilettanti, rispolverando i vecchi strumenti abbandonati da anni. Ma la sfida più grande sarà raggiungere il luogo dell'esibizione: sulla costa ionica della Basilicata (loro si trovano su quella tirrenica), rigorosamente a piedi in dieci giorni, per ritrovare lo spirito della propria terra e le proprie radici.
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