Regia di Rocco Papaleo vedi scheda film
Un film cui mi è difficile parlare questo Basilicata coast to coast, perché più che un film di sostanza mi è parso un film di sensazioni. Un film che ho iniziato a guardare con scetticismo, un po' con lo stesso distacco con cui Tropea (Giovanna Mezzogiorno) guarda quattro deficienti che decidono di percorrere a piedi, supportati da un carro trainato da un somaro, un itinerario la cui meta finale è un festival di musica leggera. I quattro sono infatti dei musicisti per caso, che coltivano la propria passione mentre sopravvivono con altre professioni. Inizia così un percorso on the road, con a seguito Tropea, giornalista di un quotidiano parrocchiale, fatto di incontri surreali in cui, poco a poco, i personaggi lentamente si svelano. I loro sogni e le loro debolezze fanno breccia nella dura corteccia di Tropea che si lascia andare fino a far parte integrante del gruppo, componendo una canzone. Alla fine del viaggio i personaggi non avranno compreso appieno sè stessi ma avranno chiaro quel che non sono e il concerto fatto di fronte a un solo spettatore è significativo del fatto che, metaforicamente, non è importante il risultato ma giungere alla meta. Alla fine del film mi rendo conto che il mio sguardo è coinciso con quello di Tropea, che il mio percorso di spettatore è stato parallelo al suo...peccato non esserci incontrati...
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