Regia di Yves Simoneau vedi scheda film
Film destinato al circuito televisivo con diverse licenze artistiche che modificano, nei dettagli, gli accadimenti storici. Da un punto di vista tecnico, il primo aspetto che salta agli occhi è una cura nella fotografia e nella messa in scena che risente molto del formato televisivo. A differenza di una pellicola cinematografica, il canadese Yves Simoneau (regia impersonale) mira all'essenziale senza interessarsi troppo della resa visiva. Anche la sceneggiatura è molto lineare, interamente orchestrata sulle fasi del processo, sulla dialettica dei suoi protagonisti (in particolare Goering e il procuratore incaricato di sostenere l'accusa) e sul tentativo di comprendere le ragioni che hanno portato uomini di una certa cultura a macchiarsi dei crimini atroci che hanno fatto da corollario ai tristi fatti della seconda guerra mondiale.
Il punto di forza del progetto sono le prove recitative, esaltate da un cast artistico di primario ordine. Brilla soprattutto un immenso Brian Cox nei panni di Goering (il personaggio più riuscito del film), giustamente premiato con un Emmy Award come migliore attore non protagonista in una miniserie televisiva. I suoi duetti con Alec Baldwin sono a dir poco memorabili. Presenti anche Christopher Plummer, Max Von Sydow e Michael Ironside. Un gruppo di attori in palla che permette al film di mantenersi vivo e di crescere al decorrere dei minuti (durata prossima alle tre ore), nonostante un certo piglio didascalico e una resa filmica troppo lineare (con un budget più alto si sarebbero potuti mettere in scena dei flashback, così da vivacizzare la visione).
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