Regia di Roger Corman vedi scheda film
Nella decade più omaggiante a Edgar Allan Poe,anche grazie al notevole impegno di Roger Corman nel realizzare più lungometraggi possibili dagli scritti dell'autore de "La tomba di Ligeia" e "Il gatto nero",Vincent Price formò con il tycoon del cinema "povero" per eccellenza un'alleanza che giovò a entrambi,e li rese due leggende per cinefili che stavano crescendo,e colleghi vari.Se si guarda,due titoli di spicco di trent'anni dopo,fanno,per esempio,non ammesso riferimento a questo specifico lavoro:il manifesto "geniale" de "Il silenzio degli innocenti",con tanto di falene che in realtà celano corpi nudi di cadaveri,riporta nè più,nè meno,l'effetto del poster di questo,che vede Price con il volto rosso,ma nel particolare vi sono impresse vittime della peste che imperverserà nel finale:e che dire della mise del "maestro di cerimonie" di "Eyes wide shut",che è pressochè identica a quella della Morte Rossa?Tuttavia,anche qui si strizza l'occhio al pubblico consapevole,con accenni a "Il pozzo e il pendolo",e altri titoli "poecormaniani",per inquadrature e situazioni:nel narrare la crudele fiaba nera del principe Prospero,che dispensa morte ludicamente,e attua un regime di paura per capriccio,ordendo nello stesso tempo ricevimenti in cui dà il via alle danze e i cui ospiti fanno di tutto per compiacerlo,Corman compensa lo scarso budget con il senso del cinema che gli era proprio.Forse troppo teatrale,sia nella recitazione,con un gigioneggiamento da parte del sornione Vincent,marcatissimo,e tenuto a un ritmo che,tuttavia,ricorda quello della pagina di E.A.P.,mai accelerato,in verità,"La maschera della Morte Rossa" è una discreta rilettura di uno dei lavori più sarcastici dello scrittore.Bello il finale con la processione serafica delle "Morti" con veste di vario colore.
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