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La maschera della morte rossa

Regia di Roger Corman vedi scheda film

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La recensione su La maschera della morte rossa

di Baliverna
6 stelle

 
Se la cava, ma secondo me è inferiore ad altri horror di Corman. L'ambientazione, per quanto molto curata, non è più così tetra e squallida – e quindi efficace – degli altri film che il regista ha tratto dai racconti di Edgar Allan Poe. E' anche evidente la maggiore disponibilità finanziaria, frutto probabilmente dei successi già ottenuti. La trama e la recitazione mi paiono condotte bene, per quando non vi è la stessa tensione e lo stesso senso di minaccia a cui Corman ci aveva abituati. Il film soffre secondo me anche di un discorso filosofico-religioso che si è voluto inserire e che appesantisce il film, il quale risulta anche piuttosto ambizioso e non molto chiaro.

Due parole sul protagonista, il bravo come al solito Vincent Price. E' un adoratore del demonio, è sadico, pervertito e pervertitore, e dichiara di amare il male e di volerlo propagare. La sua figura, tuttavia, finisce per essere sottilmente ambigua. Innanzitutto mette alle strette la ragazza con la sua fede cristiana, e certe sue esternazioni sul cristianesimo vengono presentate dalla sceneggiatura come obiezioni sostenibili. Anche certi suoi commenti sulla morte di Gesù Cristo, sul potere del male nel mondo e sulla sua vittoria sul bene sono sibillini e forse strizzano l'occhio al pubblico. Alla fine, come dicevo, il discorso si aggroviglia e perde la direzione.

Il film è ispirato principalmente al racconto di Poe dal titolo omonimo, ma vi sono contenuti elementi di altri racconti dello scrittore, cioè "Hop-Frog” e "Il pozzo e il pendolo". La pellicola si guadagna una sicura sufficienza, ma forse Corman si era un po' montato la testa coi successi precedenti. Da qui, forse, il suo essere un po' ambizioso e filosofico, che nuoce al film.

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