Regia di Jan Svankmajer vedi scheda film
Sotto l'ala stimolante e quanto meno impegnativa di sei numi tutelari quali Leopold Sacher-Masoch, Donatien Alphonse François de Sade, Sigmund Freud, Luis Bunuel, Max Ernst e Bohuslav Brouk, il geniaccio praghese Jan Svankmajer ci presenta sei personaggi in cerca della soddisfazione autoerotica: un soggetto da far tremare i polsi, ma che il nostro sviluppa senza mai cadere nel baratro del triviale.
Fantastico fin dal titolo, I cospiratori del piacere, dopo le antiche stampe erotiche dei titoli di testa, segue le ossessioni sadomasochistiche e feticistiche di tre uomini e tre donne: un uomo che si costruisce un costume da pollo e un pupazzo che raffigura la vicina di casa; la vicina che a sua volta si crea un fantoccio dell'uomo precedente per prenderlo a frustate; una postina che si riempie di palline di pane prima di andare a letto; un giornalaio che si costruisce una macchina erotica ed è attratto da una giornalista televisiva, la quale trova piacere con i suoi pesci anche in diretta, e il cui marito trova soddisfazione tramite oggetti al limite del masochismo.
Insomma, una materia che più stramba non si può, per mettere alla berlina il contrasto tra l'esigenza personale del piacere sessuale e il meccanismo sociale che vorrebbe assurdamente occultarlo in continue contraddizioni. Solita storia? No davvero, perché lo sviluppo narrativo tiene sulle spine fino all'ultimo, la mancanza di dialoghi è sostituita dalla solita attenzione alla colonna sonora rumoristica e musicale (sempre in funzione produttiva, tramite composizioni contrastanti, drammatiche o ironicamente nostalgiche), la realtà è accompagnata dall'animazione nei momenti clou dell'epilogo e il grottesco è tangibile tanto quanto il cinema di Svankmajer è capace di trasmettere l'essenza del tatto stesso.
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