Regia di Massimo Pupillo vedi scheda film
Genere molto in voga nel nostro paese nella prima metà degli anni 60', l'horror gotico italiano ha saputo sfornare, grazie a registi come Mario Bava, Riccardo Freda, Antonio Margheriti, senza dimenticare il Giorgio Ferroni de IL MULINO DELLE DONNE DI PIETRA, titoli che verranno apprezzati anche oltreoceano. Sceneggiature spesso improvvisate, che venivano però riscattate dalla messa in scena e da atmosfere oniriche e tenebrose. Non si può dire lo stesso di questo modestissimo gotico, diretto dall'altrettanto modestissimo Massimo Pupillo, che non sa quale strada prendere. Inizia come un giallo, per poi prendere la via, molto stentata, più orrorifica. Questo sarebbe anche l'ultimo dei problemi di un film dove manca il coinvolgimento, dato da una regia mediocre, pochi mezzi a disposizione e un'ambientazione che lascia alquanto a desiderare. Finale quanto mai sbrigativo, a cui Dario Argento si ispirerà con ben altro esito per il suo Suspiria. Sul fronte recitativo, Barbara Steele, piccola icona nel genere, sembra esser messa lì giusto per cercare di valorizzare il tutto; Walter Brandi ha la stessa espressività delle mani mummificate presenti nella villa, mentre il bravo Riccardo Garrone proprio non riesco a vedercelo in questi film.
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