Regia di Roman Polanski vedi scheda film
The Ghost Writer è l'opera più machiavellica dell'età matura di un Polanski che finalmente ritrova la dimensione che sa raccontare meglio: il male. Il regista "diabolico" di Repulsion e Rosemary's Baby gioca col diavolo ancora una volta, o meglio, gioca con la natura umana: effimera, dissimulatrice, egoista, per usare termini cari a Machiavelli. Molto più di un semplice thriller sociale-politico, è un intrigo dell'anima, e a che punto si è disposti ad arrivare per amore di se stessi, dei propri interessi, o per amore di una causa e di una donna ma un amore che sempre si traduce in egoismo e impurità delle intenzioni.
Polanski dimostra di saperci ancora fare e di non essere intimorito dall'età che avanza come pare capiti a molti suoi colleghi illustri intrappolati in un circolo di autocompiacimento che li fossilizza. Polanski (non che non sia un po' autocompiaciuto di se stesso) che nonostante la sua chiara presunzione di poter, e saper, giocare con i sentimenti di chiunque, gestisce la sua logica sul male e sull'uomo con rigida disciplina e serietà: un trhiller che riga dritto come un schiera di soldati, che non scivola in pretenziose inutilità registiche, senza sbavature ed è strutturalmente perfetto. Un intreccio che coninvolge e che funziona dal primo all'ultimo minuto, una costruzione di tempi e luoghi labirintica che sballotta e non lascia respiro. Un film ansiogeno, quanto Repulsion, quanto L'Inquilino Del Terzo Piano, e mantiene tutti gli elementi del vecchio Polanski che conoscevamo: maledetto, diabolico, macchiavellico, e anche ironico.
http://tystnaden-silenzio.blogspot.com/2010/04/luomo-nellombra-2010.html
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