Regia di Roman Polanski vedi scheda film
L'uomo nell'ombra è Ewan McGregor, attore in stato di grazia estremamente convincente nella parte dello scrittore ingaggiato dall'entourage dell'ex primo ministro inglese Pierce Brosnan per sostituire il precedente ghost writer morto in circostanze misteriose durante la stesura della sua biografia. L'uomo nell'ombra è Roman Polanski, Orso d'argento 2010 in contumacia, uno dei più grandi registi in circolazione, capace di distillare pathos tensione paranoia ed inquietudine ad ogni fotogramma. Ma L'uomo nell'ombra, purtroppo, è anche Robert Harris, dal cui romanzo The Ghost Writer origina la mediocre trama che finisce per minare pesantemente l'ottimo lavoro degli altri due: perché il maestro polacco è in buona forma, ed assai lucido nel gestire il ritmo e alimentare la suspence per tutta la prima parte nonostante sullo schermo succeda poco o nulla, imponendo, grazie alla fotografia cupa agli scenari impervi e spigolosi e a tanto mestiere, un'atmosfera sospesa e minacciosa, sostenuto, per l'appunto, dall'ottima vena del protagonista (senza nulla togliere ai validi comprimari). E infatti l'avvio non è niente male: neanche il tempo per le presentazioni e la storia entra subito nel vivo, è scorrevole e si lascia guardare volentieri. Insomma, promette. Peccato però che non riesca a mantenere. Perché, nonostante gli sforzi, non diventa mai veramente avvincente, non intriga, non decolla, non toglie il fiato. Sicché, tenuti a galla dal mestiere di Polanski e McGregor, si attende fiduciosi il colpo di reni nella seconda parte. Colpo di reni che purtroppo non arriva mai: perché quando in un thriller a latitare sono gli eventi c'è ben poco da fare. Così la tensione progressivamente si allenta e il ritmo va a strappi e qua e là si perde nella pochezza di un plot carente di originalità e di sostanza, tanto è anemico e avaro di sorprese o situazioni realmente interessanti. Di conseguenza anche i (pochi) colpi di scena, che nell'ultima mezzora dovrebbero rappresentare importanti snodi narrativi, risultano spesso sparati a salve. In conclusione, L'uomo nell'ombra lascia l'amaro in bocca per ciò che non è stato ma sarebbe potuto essere se al servizio di questo McGregor e di questo Polanski ci fosse stata una storia più forte. E la scena conclusiva, tanto bella quanto inevitabilmente irrilevante ai fini del giudizio finale, non fa che alimentare la malinconia.
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