Regia di Roger Delattre vedi scheda film
Potrebbe muoversi come un cartone animato il popolare comico Jean-Marie Bigard in Il mi$$ionario. Quasi con l’incoscienza di un Clouseau forse sottolineata dalla storpiatura del celebre motivo di Henry Mancini di La pantera rosa all’inizio e con quel volto che appare come un’icona polar reincarnata però più cattiva e meno romantica. Le ombre di Verneuil e Lautner sono però pallide e così anche i fuggitivi di Francis Veber e i matti di Claude Zidi appaiono piuttosto lontani. L’Europa Corp. che ha prodotto il film punta(va) piuttosto a quell’incrocio tra commedia e poliziesco del cinema statunitense. Nella vicenda di un ex detenuto che ha ancora dei conti in sospeso con la malavita e che viene scambiato per un prete in un paesino dell’Ardèche sembra di rivedere i due evasi Robert De Niro e Sean Penn nel fiacco remake di Non siamo angeli. Roger Delattre appare solo come l’esecutore di un altro sogno mimetico di Luc Besson con la luce western di Arbogast sulla città fantasma. Qualche lampo istantaneo (la messa celebrata con i suggerimenti dall’auricolare) in mezzo a molte gag che vanno a vuoto e spunti che vengono eccessivamente dilatati, segni di un altro tentativo riproduttivo al momento fallito.
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