Regia di Artavazd Pelesjan vedi scheda film
Questo è un maestro armeno di poche parole e molti fatti, venerato e giustamente osannato da certa critica colta. L'opera presa in esame è un corto realizzato in inizio di carriera, prova di diploma alla scuola di cinematografia russa e degno contraltare di certo cinema di montaggio sovietico in cui alle immagini, sempre in frenetico movimento, fa da contrappunto una musica anch'essa ossessiva ed ossessionata come, nel caso specifico, quella di George Sviridov, Time, forward!, anche colonna sonora dell'omonimo film del 1965.
Si ripercorrono qui, in soli dieci minuti scarsi di immagini e musica, costante fissa della sua produzione, una cinquantina d'anni di recente storia dell'umanità, con un occhio di riguardo alla rivoluzione sovietica da cui tutto partì per arrivare non si sa bene dove, tanto che il corto avrebbe ben potuto rinominarsi Dall'inizio alla fine o viceversa, con tanto di napalm ed apocalisse nucleare al seguito e con un finale ben poco enigmatico, attaccamento posticcio dal successivo Noi del 1969, in cui un bambino/a ci guarda fissamente negli occhi giudicandoci ed in definitiva condannandoci per tutto ciò che è stato da noi commesso, mia interpretazione strettamente personale. Guardatelo.
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