Regia di Neil LaBute vedi scheda film
Continua l' altalenante carriera cinematografica di Neil LaBute. Dopo l' interessante prova de "La terrazza sul lago", ecco che il regista statunitense regredisce nuovamente per dirigere l' inutile remake di quel "Funeral party" di Frank Oz che già nel 2007 non mi fece impazzire. Trasposto in salsa afroamericana, l' adattamento ricalca bovinamente l' originale inglese ripetendo medesime situazioni e dinamiche tragicomiche aggiornandone solo qualche battuta che, nella maggior parte dei casi, sfocia grossolanamente nel becero e nel volgare. Un evidente limite se si considera che questo remake arriva a soli tre anni di distanza e che la vicenda della numerosa e disfunzionale famiglia che si riunisce in occasione del funerale del patriarca è troppo fresca per sfuggire alla canonica sensazione del "già visto". Tutto qui, LaBute dirige senza troppo entusiasmo, i tempi e la verve comica di alcuni interpreti è penalizzata dal doppiaggio (vedi ad esempio la prova di Tracy Morgan) e le risate arrivano sporadicamente, quasi esclusivamente quando in scena c'è il mitico Danny Glover. Per il resto, Chris Rock e Martin Lawrence si limitano al minimo sindacale, Luke Wilson è sacrificato in un ruolo anonimo e la bellissima Zoe Saldana se la cava nonostante al suo fianco abbia il personaggio più estremo dell' intera commedia ovvero il fidanzato "in botta" interpretato da James Marsden che, a sua volta, non sfigura ma allo stesso tempo non aggiunge nulla di nuovo all' interpretazione del suo predecessore Alan Tudyk. Da prendere eventualmente in considerazione solo se non si sospetta l' esistenza dell' originale.
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