Regia di Harald Zwart vedi scheda film
«Questo film darà la possibilità al pubblico di imparare molto sulla cultura cinese e sulle arti marziali. Una meravigliosa pubblicità» dice Jackie Chan del remake The Karate Kid. La leggenda continua. Non mancano infatti passaggi e paesaggi cartolineschi: la Città Proibita e la Porta Tienanmen, il Monte Wudang e il suo suggestivo Tempio, il Festival di Qi Xi a Pechino e ovviamente la Muraglia Cinese. Considerato come la sceneggiatura segue passo passo l’originale sostituendo il kung fu al karate, sono proprio queste parentesi un po’ da Intervallo Rai a lievitare il tutto fino a due ore e venti. La vera differenza rispetto al film con Pat Morita e Ralph Macchio è però nel cast, qui di molti anni più giovane. Per ammiccare al pubblico per famiglie con attori poco più che bambini il bullismo si fa meno duro, ma certe situazioni lasciano comunque perplessi: i combattimenti del 12enne Jaden Smith appaiono eccessivi (Ralph Macchio, per altro, interpretava un liceale ma aveva più di vent’anni), e in particolare stona l’entusiasmo della madre tifosa al torneo. Inoltre, per quanto Chan sia in parte, vederlo atterrare bambini dà ben poca soddisfazione. Ne viene un remake lussuoso, corretto e con poca ironia, che incarna fantasie di gloria da adolescenti e nulla di più.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta