Regia di Delbert Mann vedi scheda film
Tratto da un'opera tv a firma Paddy Chayefsky,"Marty" è una commedia drammatica molto intrisa di sentimenti,che ha il tatto di tenere a filo di superficie,senza scene madri o virate tragiche:in una chiave non lontana dal neorealismo italiano,per mano di un esordiente come Delbert Mann,la cui carriera dopo gli anni Cinquanta conobbe una lenta ma netta involuzione, ecco la storia di uno come noi, un macellaio ultratrentenne che,ancora scapolo,è considerato con fiducia ma anche con perplessità dalla comunità italoamericana in cui vive. Più che timido, un insicuro cronico, che rifiuta il proprio aspetto sgraziato e corpulento, ma che ha un codice morale ben radicato:solo che, una volta conosciuta una ragazza,chi gli sta intorno,dopo aver fatto pressioni per anni anche tanto per dire qualcosa, sente il morso della paura di rimanere soli,senza nemmeno lo stabile conforto di Marty.Diretto con aritmetica precisione,"Marty" è un'operina gentilissima che abbina voglia di tenerezze,slanci per una vita migliore e deprecazione per chi si crogiola in un ribollente malessere:il finale infatti non vive di assolute certezze,ma della spinta vitale del protagonista per reagire all'abulia lamentosa di chi lo circonda e per trovare una propria realizzazione anche sentimentale. Un grandissimo Ernest Borgnine dosa magnificamente gli slanci di entusiasmo e i momenti di smarrimento di un personaggio tanto vero da suscitare una simpatia immediata e irrinunciabile.Per la curiosità dei cinefili,il cugino di Marty è interpretato da Jerry Paris,futuro artefice di "Happy Days",che lavorò anche con Jerry Lewis e fu autore anche di un paio di "Scuola di polizia".
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