Regia di Miguel Sapochnik vedi scheda film
Un altro po' di fantascienza ed eccoci alle prese con "Repo Men", un interessante film di genere passato quasi inosservato nonostante i nomi di richiamo all'interno del cast. Colpevolmente inosservato perché alla fine della fiera parliamo di un esordio di tutto rispetto, tratto dall'omonimo ed interessante romanzo di Eric Garcia e diretto con insospettabile sicurezza dall'emergente Miguel Sapochnik. Storie di recuperatori in un futuro neanche troppo inimmaginabile, esattori legalizzati che anziché riscuotere interesse in banconote, si vengono a riprendere gli organi artificiali venduti da una spietata multinazionale operante nel campo farmaceutico. Remy è il migliore di questi assassini e pare non farsi alcuno scrupolo al suono di motti come: "È solo un lavoro!", salvo poi trovarsi dall'altra parte della barricata e rivedere quindi la propria posizione in merito. Niente d'imprescindibile o innovativo ma il film è ben girato, ritmato come si deve e dotato di uno script più ricco della media che alla vicenda principale aggiunge diversi sottotesti spaziando dal sociale del mondo in declino sino ad arrivare ai sogni infranti del protagonista. Efficace l'ambientazione metropolitana ed il relativo restyle per renderla futuribile. Jude Law funziona, film così dovrebbe farne di più e Forest Whitaker si conferma comprimario di lusso e per ogni stagione. Bella la resa dei conti stile "Old Boy" e pregevole la scelta di un finale tutt'altro che consolatorio.
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