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Il debito

Regia di John Madden vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Il debito

di alan smithee
6 stelle

Nel 1965 tre giovani appartenenti al servizio segreto israeliano riescono ingegnosamente a catturare il tremendo chirurgo di Birkenau, responsabile - durante il secondo conflitto mondiale - della morte di migliaia di ebrei nei campi di concentramento in seguito ad esperimenti sadici e crudeli in cui le vittime fungevano da cavie. Il compito dei tre giovani, due uomini e una donna, e' quello di mantenerlo in vita affinche' giunga presso un tribunale militare che lo possa condannare ufficialmente per reati contro l'umanita'.
Nonostante l'eta' il medico e' un osso duro, e durante la prigionia mina con astuzia le menti fragili e impaurite dei tre giovani rapitori, finché la situazione improvvisamente precipita. Trent'anni dopo la figlia della rapitrice scrive un libro autobiografico in cui riporta la verita' ufficiale della morte del sadico assassino per opera della madre e dei suoi due compagn, divenuti ormai degli eroi nazionali. Ma la verita' sta da un'altra parte e i segreti non sempre si riescono a mantenere sepolti.
Quando le aspettative positive inerenti un film in uscita sono poche, scoprire poi che sostanzailmente mi sbagliavo tende a farmi valutare l'opera, nel suo insieme, meglio di quanto meriti. Fatto sta che di John Madden ho sempre avuto poca considerazione, e non tanto per Shakespeare in love - film comunque tra i piu' sopravvalutati degli ultimi vent'anni - quanto per quella scempiaggine del Mandolino del capitano Corelli, davvero terrificate! Di Madden quel giovane, kattivissimo, implacabile ma cosi' efficace critico che un tempo collaborava con Film Tv, avrebbe detto che e' una "garanzia alla rovescia".
Invece in questo caso la storia di tre giovani attivisti del Mossad alle prese con un rapimento piu' complesso delle loro effettive possibilita' e' raccontata con tensione e una scansione del tempo davvero efficace, con due interpreti femminili che si dividono mirabilmente lo stesso personaggio (bravissime sia Helen Mirren, che ammiro sin da Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante, sia la Chastain, nuovo meraviglioso volto moderno e vintage allo stesso tempo. Un po' meno dicasi per gli uomini: non tanto per il duo Wilkinson/Csokas, credibili nel rendere lo stesso personaggio nei due momenti temporali, quanto piuttosto per Hinds/Worthington, che, con in pugno il personaggio piu' problematico e quindi piu' appetibile per mettere in risalto uno spessore interpretativo, si limitano il primo ad una fissita' paralizzata, il secondo ad una ingessata monoespressivita' che non riteniamo guaribile in futuro, nonostante figuri tra gli attori piu' ricercati del momento.
Salti temporali calibrati, molto efficace la ripresa dell'epilogo del rapimento cosi' come racconta la versione ufficiale, e poi nella suo effettivo e ben piu' problematico sviluppo.
Grande anche lo strisciante e malvagio Jasper Christensen, giustamente paragonato da molti assolutamente in linea con le gia' eccellenti illustri prove di Lawrence Olivier e Gregory Peck nei panni di laidi medici criminali al servizio della sciagurata follia nazista. 

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