Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
Anni fa,ai tempi della sua uscita al cinema,poco prima dell'Estate del 1989,Tullio Kezich saluto'"Marrakech express" come il punto d'inizio di una nuova fase della commedia all'italiana.E aveva anche ragione.Preciso:non lo trovo ,benche'molto "alla Salvatores",tra i migliori lavori del cineasta di "Nirvana".E'carino,il suo spirito picaresco affascina,gli attori sono affiatati,ma ha i suoi bravi limiti.Per esempio,il personaggio di Cederna non è di una gran simpatia,e senza preavvisi particolari,scatta e da paparino e maritino inquadratissimo impossibile da sradicare dalle abitudini,decide di mollare e ,almeno per un po'vivere lontano,in Marocco:ma quando mai?Ma vi sembra credibile?E poi,in fondo i protagonisti sono solo sui trentacinque anni,per i bilanci esistenziali non sono un po'precoci?E il personaggio di Bentivoglio,con la foto dei vent'anni sempre in mano,con i rimandi perpetui ai bei tempi che furono,non rischia il patetico?Non è ,attenzione,una critica ostile questa a questo garbato film che comunque ha reimpostato perlomeno un modo di concepire la regia qui in Italia(si',perche'quanto a immagini e montaggio siamo a livelli molto alti per il periodo considerato),ma una semplice constatazione di avvenuta sopravvalutazione.Piacevole,con qualche riflessione su come si cambia,e quello che ci cambia dentro,e le cose da salvare.Mica poco,ma attenzione al piacevole pantano della nostalgia....
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