Regia di Takeshi Kitano vedi scheda film
Kitano prosegue la via intrapresa con il sottovalutato Takeshis sulla crisi artistica di un autore che ha raggiunto l'apice della sua carriera (e del successo) e sforna questo Kantoku banzai! (Glory to the Filmmaker) secondo "capitolo" di una sorta di trilogia che si concluderà (?) con Achille e la tartaruga. Temevo la visione di questo film per tutto ciò di negativo che avevo sentito dire in giro. Ahimè, ho dovuto constatare il tonfo di questo regista che io amo alla follia. Mi ha fatto venire in mente Getting any? per il suo andare ad analizzare e vivisezionare i generi cinematografici. A parziale giustificazione del sopracitato Getting any? c'era la volontà esplicita di Kitano di realizzare un film brutto per dimostrare in che situazione versava la produzione cinematografica giapponese di metà anni '90. In questo Kantoku banzai! Kitano, accompagnato da un suo alter ego plastificato, ragiona su se stesso, ma anche sui bisogni dello spettatore e sulle necessità produttive che non di rado incidono notevolmente sulla realizzazione di un prodotto filmico. Come in Takeshis utilizza la via metacinematografica, ma dopo un inizio tutto sommato incoraggiante, inizia a perdersi e il film si scioglie come neve al sole. La demenzialità prende il sopravvento e nel mostrare come spesso un'opera filmica si possa perdere nei meandri delle fasi di produzione, lo stesso Kitano sembra non sapere che pesci pigliare. Tutto voluto? Probabilmente sì, ma è anche vero che il fine non giustifica i mezzi; perciò, risulta innegabile la vacuità del suo intento. Probabilmente, Kitano risulta un pò appagato da tanto successo di critica e di pubblico e lo sa anche lui. Però c'è modo e modo di "ragionare". L'ultimo vero e proprio capolavoro risale ai tempi di Dolls. C'è ancora qualche speranza per un autore che pare ormai alla deriva? Me lo auguro con tutto il cuore....
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