Il regista Takeshi Kitano è in crisi e non trova nuove fonti di ispirazioni, avendo promesso a se stesso che non avrebbe più fatto film di gangster. Prova a cimentarsi con la tradizione e i generi, dall'omaggio a Ozu (che piace tanto a Wim Wenders) alle commedie, dagli horror alle parodie sportive (testata di Zidane compresa). Le idee sono tante, ma inconcludenti e iniziano a contaminarsi...
Note
Ironico e autoreferenziale scherzo autobiografico. Memorabili i titoli di testa con il manichino di Kitano al check up medico. Il film procede quindi con un accumulo parodico e "cubista" fino ad arrivare a un finale folle e allo stesso tempo segnato. Seconda parte, dopo _Takeshi's_, della trilogia sulla distruzione.
Sia pure in crisi creativa, la crisi di Takeshi da' buoni esiti, divertenti e ironici (vagamente noiosi verso il finale). La scena dei bambini che giocano al wrestling vale da sola tutto il film…
Più vicino a una mancata gemma che a un fallimento. Si può quasi parlare di due film distinti: la prima metà è uno splendido confessionale con cui l'autore ribalta brillantemente la crisi creativa in suo favore; segue un rapido declino nel ridicolo in cui Kitano perde completamente il controllo del film. Il tentativo di svincolarsi dagli schemi cinematografici… leggi tutto
Penultimo film di Kitano, secondo di una trilogia sulla “distruzione” (e – aggiungerei - sullo smarrimento e la perdita dell’ispirazione, di motivazione e creativita’) che non e’ mai arrivata sul grande “italico” schermo. All’idea di un film che racchiudesse un po’ tutti i generi cinematografici pensavo anch’io da parecchi anni, convinto che potesse tramutarsi in un’opera… leggi tutto
" Addio al teatro, addio alla menzogna, addio a se stesso, addio a tutti, addio agli attori interpreti e addio alle identità, ma addio per sempre " ( Carmelo Bene) E addio al cinema naturalmente in questa parodia da pupazzo animato. Il superamento della propria arte attraverso la ricerca dell'errore, del brutto del trash è cosa per pochi, per artisti veri. Nemmeno Fellini nei… leggi tutto
Una trentina di autori, un centinaio di film e serie. Insomma: un prologo, appena.
Nota bene. La lista è chiusa -- tanto per una questione soggettiva quanto di tecnica…
Penultimo film di Kitano, secondo di una trilogia sulla “distruzione” (e – aggiungerei - sullo smarrimento e la perdita dell’ispirazione, di motivazione e creativita’) che non e’ mai arrivata sul grande “italico” schermo. All’idea di un film che racchiudesse un po’ tutti i generi cinematografici pensavo anch’io da parecchi anni, convinto che potesse tramutarsi in un’opera…
Kitano è genio e sgregolatezza del cinema importante e impegnato.Analizzando una certa folle e malata poetica,ho cercato di scovare ciò che è nascosto dietro a una mente onirica e surreale come…
Kitano va oltre il cinema,nel raccontare la sua crisi creativa e umana,in un film che scappa letteralmente di mano al suo creatore.Dopo un incipit divertente,con i manichini con le sembianze di Kitano al check-in,il tutto procede come un'accozzaglia di generi e culture,ed è senza dubbio il punto più basso toccato da Kitano nella sua storia.Non è un film,questo "Glory to the…
Più vicino a una mancata gemma che a un fallimento. Si può quasi parlare di due film distinti: la prima metà è uno splendido confessionale con cui l'autore ribalta brillantemente la crisi creativa in suo favore; segue un rapido declino nel ridicolo in cui Kitano perde completamente il controllo del film. Il tentativo di svincolarsi dagli schemi cinematografici…
" Addio al teatro, addio alla menzogna, addio a se stesso, addio a tutti, addio agli attori interpreti e addio alle identità, ma addio per sempre " ( Carmelo Bene) E addio al cinema naturalmente in questa parodia da pupazzo animato. Il superamento della propria arte attraverso la ricerca dell'errore, del brutto del trash è cosa per pochi, per artisti veri. Nemmeno Fellini nei…
Cinema cannibale, che si nutre di se stesso. Cinema che racconta il cinema, che mostra il cinema, che mostra il farsi del cinema. Storie contenute dentro a storie che parlano di storie che si riferiscono a storie....…
Così autocelebrativo da diventare autoironico. Oppure così autoironico da diventare autocelebrativo. Prima parte a dir poco geniale, in cui lo spettatore assiste ad una mezza dozzina di film incompiuti. Poi si prende una strada che dovrebbe essere quella "giusta" e "definita", ma si vaga ancora di più dove portano lo stato d'animo del momento e ciò che passa…
Takeshi Kitano, tra le altre cose, ha fatto in passato dei film bellissimi (Il silenzio sul mare, Sonatine, Hana-Bi, L’estate di Kikujiro, Brother, Dolls, Zatoichi); ora è forse un po’ in crisi (ma il film successivo a questo dicono sia bello, boh) e con questo credo abbia toccato il fondo. Si mette a fare esperimenti: rimane sicuramente una buona dose di originalità,…
Takeshi Kitano non affronta il declino cercando di colmare il vuoto con la solita rassegna autocelebrativa: alla retrospettiva delle autocitazioni preferisce l'anti-logia degli insuccessi, degli appunti abbandonati in un cassetto fra le cose inutili, e riesumati per un sinistro revival che ha tanto dell'autoflagellazione. Anziché far rinascere, con la consueta nostalgia dei bei tempi, i…
Che Takeshi Kitano sia un genio del cinema è indubbio. Basti pensare, infatti, ai tanti capolavori che ha diretto: “Violent Cop”, “Il silenzio sul mare”, “Sonatine”, “Hana-Bi”, “L’estate di Kikujiro” e “Dolls” (tra tutti, il mio preferito). E’ altrettanto vero, però, che ultimamente sembra soffrire di una crisi di ispirazione. Lui stesso lo ammette all’inizio di…
Kitano prosegue la via intrapresa con il sottovalutato Takeshis sulla crisi artistica di un autore che ha raggiunto l'apice della sua carriera (e del successo) e sforna questo Kantoku banzai! (Glory to the Filmmaker) secondo "capitolo" di una sorta di trilogia che si concluderà (?) con Achille e la tartaruga. Temevo la visione di questo film per tutto ciò di negativo che avevo…
Nel passato più o meno recente sono innumerevoli le pellicole che non vengono distribuite nelle sale cinematografiche, in dvd o in televisione. Ovviamente non tutte sono opere notevoli, ma molte meriterebbero…
Kitano prosegue la via intrapresa con (il sottovalutato Takeshis) sulla crisi artistica di un autore che ha raggiunto l'apice della sua carriera (e del successo) e sforna questo Kantoku banzai! (Glory to the Filmmaker) secondo "capitolo" di una sorta di trilogia che si concluderà (?) con Achille e la tartaruga. Temevo la visione di questo film per tutto ciò di negativo che avevo sentito dire…
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Commenti (1) vedi tutti
Sia pure in crisi creativa, la crisi di Takeshi da' buoni esiti, divertenti e ironici (vagamente noiosi verso il finale). La scena dei bambini che giocano al wrestling vale da sola tutto il film…
commento di leporello