Regia di Josef Von Sternberg vedi scheda film
Sternberg era capace di tutto. Poteva inventarti film favolosi come il bizzarro "L'imperatrice Katerina" e l'intenso "Venere bionda", poi però si rimangiava tutto con lo strampalato "Shangai Express" o con questo fiacchissimo "Marocco". Croce e delizia di un cinema hollywoodiano ancora libero di creare e di osare, non ancora castrato dal Codice Hays, il transfuga tedesco si distingueva anche per un rendimento troppo altalenante. Qui davvero non basta il fascino di una Marlene sempre stratosferica, con la sua innata capacità di far slittare la dimensione mitica nel quotidiano e viceversa: non una semplice icona, dunque, ma qualcosa di più di una classica attrice. In "Marocco" l'intreccio fatica a prendere quota, i dialoghi sono capziosi, il ritmo è incredibilmente statico, la mano della regia ben poco brillante e, quello che è peggio, latitano le invenzioni figurative e di messa in scena che avevano contraddistinto anche le opere più squilibrate di Sternberg.
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