Regia di Mike Mitchell vedi scheda film
Capitolo conclusivo della saga che ha inaugurato lo stile DreamWorks, la quarta avventura dell’orco verde denuncia stanchezza: l’iterazione degli stilemi (musica pop, citazionismo, ironia qui spuntata) e la facile parodia del mondo delle favole paiono aver esaurito la carica. Gli autori provano a rivitalizzare la serie con una sorta di ripartenza, Shrek infatti firma un contratto con Tremotino (del tutto rinnovato, dimenticate la sua apparizione nel terzo capitolo) per sfuggire al tedio dell’imborghesimento familiare. Non vuole cancellare il matrimonio, solo vivere ancora un giorno da orco. La crisi di mezz’età, però, gli costerà parecchio: Tremotino gli chiede in cambio un giorno non specificando che cancellerà la sua nascita. Catapultato in una realtà dove non è mai esistito, Shrek avrà ventiquattr’ore di tempo per far innamorare di sé Fiona e baciarla, il tutto mentre lei guida la resistenza degli orchi contro il tiranno. Intreccio complesso ma dallo sviluppo poco ingegnoso, dove ci si accontenta di mostrare versioni alternative dei personaggi, alcune efficaci come l’esilarante Gatto ingrassato, altre assai meno. La saga insomma si chiude con un sussurro anziché con un boato. Speriamo in meglio per lo spinoff sul Gatto con gli stivali.
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