Regia di Mike Mitchell vedi scheda film
Quarta, e verosimilmente, ultima avventura per l’orco Shrek, ormai lontana anni luce dall’animosità e spensieratezza dei primi due gagliardissimi capitoli, ma anche più divertente del terzo episodio che per me rimane l’anello più debole della catena.
Intendiamoci il gioco è ormai ampiamente svelato e i personaggi, come il canovaccio, sono quelli, ma sono parecchie le scene dove si può ridere di gusto.
L’orco Shrek si è ormai sistemato, ha una dolce e premurosa moglie come Fiona, tre pargoletti e tanti amici sempre presenti (forse troppo), ma non fa più paura a nessuno e sogna di tornare a spaventare tutti come una volta almeno per un giorno.
Così cade nel tranello del perfido Tremotino, perde tutto quello che possiede, e ha tempo un solo giorno per ritrovare Fiona e farla innamorare di lui, altrimenti si dissolverà nel nulla ed il regno non potrà più tornare quello di un tempo.
Il problema è che Fiona è una guerriera e non ne vuole sapere di innamorarsi.
Storia non molto originale, ma almeno si torna a puntare con più decisione sull’umorismo intrinseco dei personaggi più noti dei precedenti capitoli e soprattutto Ciuchino (stupidissimo e a tratti trascinante) ed il gatto in versione extra large ed impigrita (ovviamente non mancano nemmeno gli occhioni caritatevoli) vengono sfruttati e caricati a dovere.
Non mancano nemmeno idee molto carine, per esempio la citazione di “Ricomincio da capo” con Shrek che rivive stancamente la stessa quotidianità o lo stesso orco che torna a far paura a tutti.
Semplice, ma comunque degna di nota (nel suo piccolo fa sempre bene), invece la morale per cui si deve godere di quello che si possiede invece di bramare sempre a quello che non si ha.
Inutile spendere troppo parole per la cura dell’animazione, visto che è il minimo per una produzione di questo tipo ormai collaudata (soprattutto perché era il titolo di punta della Dreamworks dell’anno 2010), in ogni caso, seguendo la strada dei precedenti tre capitoli, si cura anche il singolo dettaglio dell’ultimo dei personaggi che passano anche per pochi secondi sullo schermo.
Insomma di certo non è un film imprescindibile, ed eventualmente il consiglio è sempre quello di recuperare l’originale numero uno, ma comunque pur avendo perso il corrosivo citazionismo degli esordi, rimane un prodotto immediato e gradevole che non fatica a strappare un buon numero di risate sulla falsariga di quanto già fatto.
Un addio, ma con gli spin off molti personaggi continueremo a rivederli (spero molto in Ciuchino tra l’altro), tutto sommato più che onesto e divertente, certo l’originalità se ne sta altrove, ma in questo caso meglio accontentarsi di ritrovare i “vecchi amici”.
VOTO : 7/10.
Lavoro forse ordinario, ma ha, per chi scrive, anche il merito di aver sorpassato l'empasse di un terzo episodio sottotono rispetto ai primi due trascinanti episodi (che rimangono comunque nettamente migliori di questo).
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