Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Affetta da una sofisticata forma di cleptomania, Marnie alterna una vita dai modi aristocratici a colpi ai danni delle casseforti delle ditte da cui si fa assumere, prima di fuggire cambiando identità e fisionomia. Solo quando conosce Mark, ricco rampollo industriale che si appassiona a lei, Marnie si sentira' indotta a riflettere sui nodi della sua vita fino a ripercorrere quella terribile notte di tanti anni prima che le cambio' la storia...
A guardare questo 54.mo film di Hitchcock, lo spettatore si trovera' di fronte ad alcune sorprese, forse non sempre gradite. Innanzitutto si assiste ad un susseguirsi di eventi in una sorta di crescendo narrativo piuttosto lineare, senza veri e propri colpi di scena, seppure il pathos hitchcockiano sia presente in scene memorabili come ad esempio quella in cui Marnie sta trafugando danaro da una cassaforte e la camera inquadra una scena allargata in cui si vede che sta arrivando la donna delle pulizie.
Appare invece chiaro che il Maestro qui si cimenta in una lunga - a tratti estenuante - seduta di psicoterapia per arrivare a comprendere il significato delle azioni di Marnie: dal suo bisogno compulsivo di procurarsi denaro, alla sua repulsione per il contatto fisico sessuale, fino al terrore evocato dai temporali e dal colore rosso.
Ne fuoriesce quindi un film un po' verboso, con troppi dialoghi che dilatano la durata del film stesso, fino ad arrivare a un finale in cui viene mostrata una spiegazione tanto sconvolgente quanto paradigmatica (insomma, troppo "da libro").
Anche la interpretazione degli attori nasconde qualche limite: se Tippi Hedren appare credibilissima, il grande Connery rimane in bilico fra il personaggio sfrontato e duro (alla Bond, per intenderci) e il tenero amante che in realta' si mostra alla fine (ma forse anche per qualche incongruenza di sceneggiatura).
Film girato praticamente solo negli Studios, anche certe scene all'aperto grazie a fondali palesemente posticci ed effeti speciali retro (vedi la caduta di Marnie da cavallo). Rappresenta una interessante divagazione dal percorso del Regista, che comunque mostra la sua magistrale abilita' nel cogliere i volti e i gesti con le sue consuete ficcanti inquadrature e lascia a chi guarda comunque la voglia di arrivare fino in fondo nell'intento di approfondire i moventi profondi del comportamento umano.
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