Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Uno dei film più sottovalutati di Hitchcock alla sua uscita: forse il pubblico era ormai orientato su altri gusti o forse era troppo introspettivo e complesso per essere del tutto apprezzato dopo una sola, unica visione
Non sorprende più di tanto che all'uscita di "Marnie", uno degli ultimi film della lunga carriera di Hitchcock, il responso del pubblico sia stato abbastanza freddo: la pellicola (a dire il vero non l'unica del grande regista inglese con questo "difetto") andrebbe "ruminato" con più di una visione per coglierne tutte le sottigliezze e l'insita complessità. La protagonista (che, inizialmente, avrebbe dovuto essere Grace Kelly) è continuamente ossessionata da una serie di reminescenze del passato che solo il tenace neo-marito (interpretato da Sean Connery) riuscirà a svelare in una sorta di terapia d'urto, riuscendo a liberare la donna dai suoi incubi ( e dalle conseguenze invalidanti sulla sua vita di coppia e di relazione). Non manca certo qualche leziosità di troppo ed una certa semplicità scenografica, ma il film è appunto uno di quei lavori del Maestro che ad ogni nuova visione aggiunge un tassello ulteriore e dà la pienezza di un lavoro maturo e complesso.
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