Regia di Jon Favreau vedi scheda film
Tony Stark, un Robert Downey Jr. stellare che danza con folle lucidità sul crinale dell’autoparodia, è sotto assedio: il dispositivo che permette al suo cuore di battere lo divora dall’interno. Così, mentre il governo Usa vuole la tecnologia di Iron Man e Ivan Vanko (un Mickey Rourke che sembra il discendente cronenberghiano del Mike Mazurki di Missione in Manciuria) pianifica vendette, su Tony si allunga l’ombra di Nick Fury e del progetto Avengers (i Vendicatori). Ciò che differenzia Iron Man 2 da film irrisolti come Il cavaliere oscuro è la leggerezza con cui i superproblemi dei supereroi sono ricondotti a una dimensione umana comprensibile anche da chi non si è mai aggrappato a una ragnatela o ha attivato un raggio repulsore. Secondo la lezione di Stan Lee, la credibilità dell’hardware passa attraverso i microcircuiti umani. Film di personaggi più che di effetti speciali, Iron Man 2 diverte con la sua ironia, mette in scena la corsa ai neoarmamenti con agghiacciante lucidità e si concede persino un colpo d’ala geniale prelevando dal set di Mad Men il sornione Vincent Kartheiser che interpreta Howard Stark, il padre di Iron Man (la nascita della tecnologia Usa dallo spirito del capitalismo). Quasi troppo bello per essere vero.
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