Regia di Jon Favreau vedi scheda film
Ego metallico
Con il più classico mantenimento del proverbiale “status quo” (squadra che vince non si cambia), anche il seguito dell’acclamato (al botteghino) primo atto cinematografico dedicato all’uomo di ferro si incanala – da subito – su sentieri battuti e ben tracciati.
La presa di coscienza mondiale della presenza – sul campo geopolitico internazionale – di un supereroe non anonimo (una delle poche novità del personaggio) ma che anzi si bea del clamore mediatico per nutrire il suo ego (ovviamente smisurato). Ma la stessa idea che l’esoscheletro umano possa fungere da deterrente (non nucleare) per il mantenimento della pace (armata) fra nazioni (sic !) risulta oggettivamente un po’ ridicola e stiracchiata, oltre il limite della sospensione dell’incredulità dello spettatore medio.
Per il resto si ripercorre (fumettisticamente) il solito scontato plot, forse in maniera più manichèa del solito: un antagonista russo (forse per richiamare blandi echi da guerra fredda), interpretato dalla (bofonchiante) “guest star” Mickey Rourke (di fatto fuori ruolo, risulta infatti a suo agio nei panni di un geniale fisico quanto io in quelli di un membro del CSM), una preponderante sezione dedicata alle fisime edipico-esistenziali – intervallate da logorroiche e insulse istanze slapstick - del miliardario protagonista.
Poche novità rispetto al capitolo introduttivo (sorretto, almeno nella parte iniziale, dall’origin story del personaggio), se non un lieve aumento del ritmo action (va dato atto della ben bilanciata e piacevole resa dello scontro aereo con la “Legione” di robot nel finale) ed un punto d’arrivo (parziale) delle stucchevoli ambasce amorose Stark/Potter.
Un intermezzo e poco più, in sostanza, valido (forse) solamente per introdurre Scarlett Johansson nel parterre Marvel.
Il mio regno per una batteria !
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