La recensione su Robin Hood

di supadany

6 stelle

VOTO : 6.

Non mi ha convinto molto questa rivisitazione del leggendario Robin Hood voluta e diretta da Ridley Scott.

A parte che mi sarei aspettato un film sostanzialmente diverso (le sorprese sono spesso positive, qui un po’ meno), diciamo che la parte spettacolare è curata piuttosto bene (un buon senso dell’avventura), ma la trama mi è parsa un po’ convulsa e troppo frettolosa, peraltro portando comunque il film ad arrivare ad un minutaggio extra long non giustificato (145 minuti sono decisamente tanti).

Robin (Russell Crowe) è un arciere di ritorno dalle crociate, quando sopraggiunge la morte di Re Riccardo e trova l’occasione per rientrare in Inghilterra sotto falso nome, ovvero quello di un cavaliere visto morire mentre stava consegnando la corona ad un’imbarcazione di rientro sulla costa francese.

Quando giunge a Londra, incontra il nuovo arrogante Re (Oscar Isaacs) e decide di andare a Nottingham per consegnare la spada del cavaliere deceduto a suo padre.

Ma quando arriva lì conosce la bella, e caparbia, Lady Marion (Cate Blanchett) e l’anziano capofamiglia (Max Von Sydow) lo convince a fingere di essere il figlio finalmente rincasato (idea alquanto bizzarra).

Intanto i francesi sono pronti a sferrare un attacco all’impero inglese, i nobili non sopportano più le vessazioni subite dal Re e dai suoi uomini (tra i quali figurano anche dei traditori), ma alcuni uomini giusti proveranno a dipanare queste diversità di pensiero per salvare l’amata Inghilterra.

Più che il mito di Robin Hood assistiamo ad un prodotto avventuroso con diversi scontri bellici, girati con senso scenico importante, che si susseguono nella prima parte e poi chiudono la vicenda nel caotico finale.

Tante le idee messe in campo, ma per lo più vanno a costruire una storia frammentaria, molto dilatata e che non regala vere sorprese (se non quella di base di raccontare un Robin Hood prima di divenire principe dei ladri).

L’elemento migliore rimane (oltre ai titoli di coda) la colonia di ragazzini selvaggi che popola il bosco e vive come una piccola comunità, peccato solo che la cosa si svilisca con la scena finale di guerra (i ragazzini sui pony che arrivano sulla spiaggia guidati da Lady Marion mi ha fatto storcere il naso), mentre il resto è ben costruito a livello scenico, ma qui si ferma, mettendo in scena sentimenti (l’amore tra Robin e Marion) e motivazioni (riscatto sociale, giustizia, arroganza del monarca, etc.) classici per non dire abusati.

Peccato, perché da Scott continuo ad aspettarmi sempre tanto e il nutritissimo cast s’impegna, ma non sfonda (per esempio Crowe è un po’ troppo “gladiatore”, per quanto sia bravo in questo modo di atteggiarsi).

Globalmente sufficiente, l’intrattenimento è garantito, per il resto vi ho trovato poco di importante da segnalare.

Su Ridley Scott

VOTO : 6. Prova di tutto rispetto per quanto riguarda il versante spettacolare del suo film, assai meno convincente nel racconto, troppo dilatato nei tempi e poco stimolante.