Regia di Ridley Scott vedi scheda film
La leggenda di Robin Hood può essere considerata una delle più abusate dalla filmografia mondiale, riproposta ciclicamente in ogni salsa ed interpretazione più o meno libera: sembrerebbe quasi un rifugio sicuro del cineasta in crisi, abbandonato dall'ispirazione ed a corto di idee. Lo spunto del film non sarebbe neanche malvagio (raccontare l'antefatto del mito), il tutto viene però ricondotto a situazioni e considerazioni spettacolari ma sterili. Scott infarcisce il tutto di tematiche (troppo) moderne ed istanze democratiche tendenti al "radical chic". Perfino le decantate sequenze guerresche non si discostano molto dalla media dei film moderni aventi come oggetto le avventure dell'uomo (qui non ancora) in cappuccio e calzamaglia; lo sbarco non in ma dalla Normandia "ante litteram" posto in chiusura, infatti, non fa che enfatizzare la pochezza della pellicola, pescando a piene mani nei cliches superomistici a stelle e strisce.Scegliere Russel Crowe come novello Robin Hood non si è rilevata, poi, una scelta felice: nell'immaginario collettivo il mitico arciere è stato sempre rappresentato con un fisico asciutto e longilineo, non esattamente le caratteristiche fisiche del taurino australiano. La mediocre prova degli attori (a parte Cate Blanchett e Mark Strong), infine, non contribuisce a risollevare il valore finale di un film oggettivamente inutile ( a parte una discreta ma abusata fotografia).
Progressista.
Insufficiente.
Bolso.
Eterea.
Spietato, un pò sopra le righe.
Ingiudicabile.
Interpreta un Little John abbastanza insulso.
Leonesco.
Spocchioso.
Mestierante
Televisivo.
Lascivo.
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