Regia di Ridley Scott vedi scheda film
"Ribellarsi e ribellarsi ancora, finché gli agnelli diverranno leoni!"
Anche Ridley Scott si cimenta nell'ennesima trasposizione dell'omonimo romanzo di Alexandre Dumas incentrato sul famosissimo ladro buono, ovvero quello che "rubava ai ricchi per dare ai poveri".
In questa versione l'arciere Robin Longstride (Russell Crowe) sta tornando dalla guerra in cui ha combattuto valorosamente a fianco del suo re Riccardo Cuor di Leone contro i francesi.
La sceneggiatura, scritta dal bravo sceneggiatore e regista Brian Hengeland, decide di stravolgere il romanzo originario facendo morire Re Riccardo ancora in battaglia, e creando la circostanza che induce Robin a tentare di far ritorno nella sua Inghilterra, ove, sotto le mentite spoglie del defunto cavaliere Sir Robert, ucciso dal perfido traditore Godfrey (Mark Strong), nobile inglese fedele al re di Francia, armerà uno squadrone di suoi fedeli per spodestare il nuovo perfido re, Giovanni (Oscar Isaac), innamorandosi della giovane vedova di Sir Robert, ovvero la bella e algida Lady Marion (Cate Blanchett).
"Le leggi di questa terra hanno reso il popolo schiavo del suo re: date potere ad ogni uomo, ed acquisterete forza."
Dopo le storiche versioni dell'epoca degli albori cinematografici, con i Robin Hood interpretati da Douglas Fairbanks nel 1922, da Errol Flynn nel 1938, dopo la splendida versione animata e con animali antropomorfi di Walt Disney del 1973; dopo l'inedito Robin invecchiato di Sean Connery di Robin e Mariam del 1976 (con Audrey Hepburn nei panni di una tenera Mariam); dopo il successo totale del Principe dei ladri del 1991 di Kevin Reynolds di fandango col piacione Kevin Costner, in un film svenevole e smielato che si avvale tuttavia di un fantastico perfido sceriffo di Nottingham reso dal compianto Alan Rickman, ecco che la versione tecnicamente realistica, ma assai difforme rispetto al romanzo originale di Dumas, diretta da Scott, finisce per deludere e rivelarsi una storia poco avvincente e così poco romantica da non saper accontentare nessuna fascia di pubblico.
Quasi che il film, pur sontuoso e ben girato, si riducesse ad una dispendiosa ricostruzione storica, che tuttavia, nonostante il tocco grandioso a firma di Scott, poggia su aspetti e fatti decisamente travisati o non corrispondenti ai reali fatti storici documentati.
E, ammettiamolo, pure la coppia Crowe/Blanchett, perfetta sulla carta, non appare mai davvero in sintonia o in grado di aggiungere quel pizzico di pathos che manca decisamente lungo tutto il racconto solo formalmente impeccabile.
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